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Il PD ‘salva’ Berlusconi proponendo l’incompatibilità al posto della incandidabilità

Creato il 12 luglio 2013 da Candidonews @Candidonews

Il PD ‘salva’ Berlusconi proponendo l’incompatibilità al posto della incandidabilità

Il PD è nel caos, lo si vede anche dalle proposte ‘nonsense‘ presentate in Parlamento. Nella fretta di ‘smarcarsi’ da Berlusconi i Democratici propongono finalmente una legge sul conflitto di interessi. Nel merito la legge sembra buona (si dovranno vendere le aziende di cui si è azionisti. La vendita peraltro non dovrebbe essere effettuata a beneficio di parenti stretti né agli amministratori delle aziende) è il metodo in cui verrà applicata che lascia perplessi. C’è infatti una falla gigantesca. Chi decide sulla incompatibilità è la giunta per le elezioni, i parlamentari quindi. Berlusconi perciò potrà presentarsi sempre alle elezioni, candidandosi e riscuotendo il suo solito successo. Una volta convocate le Camere si deciderà poi sul caso. Ciò vuol dire che se Berlusconi vince le elezioni, la Giunta, chiaramente in mano al centrodestra, mai renderà Berlusconi incompatibile e quindi il Cav potrà sedere in Parlamento finchè vorrà.

Un provvedimento quindi inutile. Meglio sarebbe l’incandidabilità, ovvero risolvere il problema alla radice. Chi ha quote in aziende non può candidarsi in Parlamento.

In pratica con le nuove norme la Giunta delle elezioni invece di dover decidere sulla ineleggibilità, che porterebbe alla decadenza immediata dal seggio, dovrebbe valutare una eventuale incompatibilità che non comporta nessuna decadenza automatica, ma dà la facoltà di optare: starà all’eletto rimuovere la causa senza rinunciare all’ufficio parlamentare o rinunciare al seggio conservando la causa dell’incompatibilità. La rimozione del conflitto potrà avvenire, prevede il disegno di legge, soltanto vendendo la partecipazione di controllo di un’azienda in un tempo certo (il lasso previsto è un anno) oltre il quale il parlamentare inadempiente decade. Detto in altre parole, se si vuole restare senatori o deputati, si dovranno vendere le aziende di cui si è azionisti. La vendita peraltro non dovrebbe essere effettuata a beneficio di parenti stretti né agli amministratori delle aziende.

[Il Fatto Quotidiano]

La rivolta in rete non si è fatta attendere. Andando avanti su questa strada i Dem rischiano seriamente di perdere consensi nel breve-lungo periodo.


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