Lezioni condivise 76 – Stato artificiale e masse popolari
Un riesame della politica italiana tra ottocento e novecento mostra diverse analogie con quella odierna; non solo episodi, ma anche metodi e soprattutto corruzione, clientelismo, trasformismo. Ma oltre ad osservare che la storia ha insegnato poco alla maggioranza degli spregiudicati politici italiani, ne dedurrei che non si tratta di corsi e ricorsi storici, ma prevalentemente del peccato originale di una classe dirigente, perennemente corrotta, salvo forse quando si tocca il fondo ed è necessario risorgere dalle rovine, come dopo la Liberazione e la nascita della Repubblica. Ma non passarono tanti anni e si tornò alle cattive abitudini, con picchi diversi, da Tambroni all’affare Lockheed, dallo stragismo a gladio/P2, da mani pulite al berlusconismo. Il vizio della casta è più forte dell’indignazione della gente, in gran parte assuefatta o addirittura arruolata nel malaffare dei partiti azienda.
La politica onesta è sempre esistita, come i veri Cristiani, ma è in netta minoranza, ha pochi mezzi; la gente è restia al cambiamento perché pensa sia più conveniente stare col più forte, il più ricco, il più cazzone, che riesce a fare una politica antisociale quando sta al governo per poi attaccarla durante la campagna elettorale, prendendo i voti dello stesso popolo che ha danneggiato.
Non vi è dubbio che questo peccato così solido e irriducibile, si sia formato e radicato con le caratteristiche dei fondatori dello stato italiano, la famiglia Savoia, e basta andare a vedere con che genere di politica, questi aristocratici provinciali sono arrivati a prendere e mantenere il Regno di Sardegna, con la politica delle alleanze, dei voltafaccia, di strategie, di fortuna e anche di colpevoli aiuti e dopo l’unità con la politica dei privilegi, dello sfruttamento, di un popolo tenuto alla stregua delle tirannie medievali, specie in quella parte “liberata” a sud.
Da tale origine hanno avuto luogo i mali con cui ancora ci confrontiamo, mafie, mezzogiorno, corruzione e che ciò è attuale lo dimostra lo stesso governo che si è insediato or ora, che mantiene una tassazione insostenibile per le classi povere, ma taglia l’IMU a tutti, che le colpiva solo parzialmente, facendo un favore sostanzialmente a i ricchi, è la solita minestra.
(Storia del risorgimento – 19.2.1997) MP
Condividi su Facebook.