“La tendenza a ridurre gli sprechi da parte degli italiani è forse l’unica notizia positiva della crisi in una situazione in cui in Italia sono aumentate del 9% le persone costrette a ricevere cibo o pasti gratuiti in mensa o nelle proprie case”
Sergio Marini, Presidente Coldiretti
Giù i consumi in questo Natale 2012, gli Italiani hanno speso il 20% in meno per acquistare i regali facendo registrare il dato peggiore da dieci anni a questa parte. Così ha sentenziato il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori), e sul suo sito ha riassunto così la situazione:
«Il Natale 2012 sarà senza dubbio ricordato come il peggiore degli ultimi 10 anni sul fronte dei consumi. Lo afferma il Codacons, che ha monitorato gli acquisti degli italiani fino alle ultime ore di apertura dei negozi.
Chi sperava in una impennata delle vendite grazie agli acquisti dell’ultim’ora, è rimasto deluso – spiega l’associazione – Le famiglie hanno fortemente tirato la cinghia, riducendo il numero di regali e la loro entità, e tagliando anche sulle spese per la casa, sempre più spesso riciclando gli addobbi degli scorsi anni. Tendenza inversa, invece, per gli alimentari: le tavole degli italiani rimangono imbandite, a dimostrazione di come le famiglie siano disposte a ridurre i consumi su altre voci di spesa, ma restino fedeli alla tradizione del cenone e del pranzo di Natale.
Analizzando le spese degli italiani per il Natale 2012, le principali riduzioni dei consumi rispetto al 2011 si sono registrate nel settore regali, con cali drastici degli acquisti fino al -20% per abbigliamento, calzature, arredamento e oggettistica per la casa. Malissimo anche i comparti viaggi, ristorazione e cultura (-15%). Le vendite possono ritenersi soddisfacenti unicamente nel settore giocattoli, informatica e hi-tech, mentre si è speso addirittura più dello scorso anno (mediamente il 5% in più) per gli alimentari.
“Il calo delle vendite di Natale è il segno evidente della crisi economica che investe il nostro paese, e di una politica economica sbagliata che finora ha preferito aumentare la pressione fiscale anziché salvaguardare le tasche delle famiglie e incentivare i consumi – spiega il Presidente Carlo Rienzi – E’ evidente come, in assenza di una inversione di tendenza, il 2013 si candidi ad essere come “l’annus horribilis” sul fronte dei consumi, con pesanti ripercussioni per il settore del commercio e per milioni di attività che, alla luce dei pessimi dati di Natale, rischiano l’imminente chiusura”.» [1]
La frase che ho messo in apertura di questo post, secondo me, può essere invece un segnale che ci fa leggere questa crisi come un momento di crescita culturale della nostra popolazione, una raggiunta capacità del “consumatore” di dismettere gli abiti della cicala per indossare quelli più modesti, saggi e previdenti della formica. Parliamoci onestamente, gli italiani in questi ultimi 50 anni non hanno brillato per avvedutezza e uso intelligente della propria economia, si sono lasciati abbindolare da pifferai tutt’altro che magici scialacquando risorse preziose e, soprattutto, non avendo imparato niente dalla fatica che è costata la ricostruzione di un paese distrutto dalla guerra. Adesso sembra che la lezione, con mezzo secolo di ritardo, sia stata appresa… si dirà, la crisi costringe a consumare meno e a non sprecare, però, prima o poi, doveva arrivare il momento del redde rationem, non era possibile proseguire su quella linea sciagurata che ci ha condotti sull’orlo del baratro. Il presidente della Coldiretti ha ragione, la tendenza a ridurre gli sprechi da parte degli italiani è, senza il “forse”, l’unica notizia positiva della crisi, aggiungo io, la sola, vera importante notizia che ci può regalare un futuro migliore, una “coscienza” nei confronti non solo dei prodotti, ma anche delle persone: siamo stati “consumati” dal consumismo, ora è arrivato il tempo di “acquistare” definitivamente beni che non sono in vendita in nessun negozio.
[1] http://www.codacons.it/articoli/consumi_il_natale_appena_trascorso_sara_ricordato_come_il_peggiore_degli_ultimi_10_anni__254490.html