A volte per scrivere bisogna essere capaci di lascirasi andare, involontariamente senza che ce ne rendiamo conto il più delle volte mettiamo in moto meccanismi che ci bloccano. E questi stessi meccanismi di inibizione sono un ostacolo all'immaginazione. L'inibizione può derivare dal fatto che temiamo di sbagliare, di non essere in grado di scrivere, di voler scrivere quindi subio qualcosa di importante e di prezioso. Io credo invece fermamente nella capacità liberatoria ed esplorativa che la scrittura esercita nel nostro essere. Capiterà sempre nella vita di doversi confronatre con essa: per scrivere un compito di italiano o durante un concosro o l' esame di maturità, occorre usare l'immaginazione, occorre dilatare il campo semantico della parola.
Prima di eseguire un buon compito occorre fare un po' di riscaldamento, il riscaldamento della scrittura. Premetto ciò che è ovvio: l'immaginazione non sostituisce i contenuti, in altre parole occorre studiare con metodo e costanza, ma permette di collegare i contenuti tra loro, di espendarli di prospettare ipotesi di lavoro.
Suggerisco un metodo di sperimentare questi automatismi molto noto e davvero efficace: quando siete a letto, prima di addormentarvi ripetete ad alta voce una favola tradizionale, man mano che il sonno comincia a prendere il sopravvento e cadete in uno stato di semincoscienza, sforzatevi di continuare a ripetere la vostra favola, magari con voce sempre più fievole come se cantaste una ninna nanna; arriverà il momento in cui vi accorgerete che la vostra coscienza ormai poco vigile comincerà a raccontare qualcosa di diverso dalla favola, immetterà nella trama della favola qualcosa di diverso, qualcosa che sfugge all'ordine logico del racconto. Seguite questo filo, poi interrompete bruscamente lo stato di dormiveglia e annotate i risultati. Vi assicuro che sono sorprendenti, vi accorgerete di quello che osa la libera immaginazione.