E così l’era MDNA è iniziata. Colei che ha rivoluzionato il mondo del pop e che ha dettato legge e trend nella musica per tre decenni, ha sfornato ufficialmente il suo nuovo singolo Give me all your Luvin’, tratto dal prossimo album MDNA, in uscita a marzo. Dopo il leak selvaggio di novembre del singolo e dopo averci illuso che il brano in circolazione non fosse che una demo, scopriamo che praticamente, eccetto una merdata di Nicki Minaji e uno sputo di M.I.A. (che tra l’altro mi ha emozionato più dell’intero brano), la canzone è identica e spiaccicata a quella diffusa qualche mese fa. Non che non me l’aspettassi, eh: ma la conferma è purtroppo amara. Madonna continua a perseguire un declino artistico con una canzonetta simpatica, divertente, frivola, ma spaventosamente dimenticabile. O almeno, se non fosse stata lei a cantarla, me la sarei cagata quasi zero, ne sono convinto. Pur essendo carina e cazzara, Give me all your luvin’ non è Madonna. Come secondo me non è Madonna tutto Hard Candy. O forse è Madonna, ma una Madonna che non mi piace. Una Madonna che sembra aver smesso di cercare di produrre pop di qualità, interessante, pronto a dettare moda e non modaiolo, punto di riferimento per l’universo musicale. Quindi, un primo singolo del genere, dopo anni di silenzio e un album becero per me è una doppia delusione. Una delusione che sicuramente mi permetterà di muovere il culo in discoteca, questo è certo, ma che lascerà l’amaro in bocca perché qualcosa che non lascerà il segno nemmeno lontanamente, almeno tra le mie preferenze musicali.
Il video però è figo: dai tempi di Hung Up e Sorry (che per me già non sono niente di che), Madonna ha investito poco e male nelle trasposizioni visive dei suoi brani. Questo invece ci sta, è divertente, ironico, girato bene. Ed è l’unica cosa che adoro davvero di questa canzone, per il resto preferirei passare oltre. E allora non resta che sperare nell’album, mi dico.
La cover è bellissima e lascia presagire stile da ogni suono. Mi dico che Give me all your luvin’ sarà una parentesi in un album raffinato, elegante, innovativo e sperimentale data anche la collaborazione con il mio amato Orbit. E poi invece ti spunta un’altra preview di due brani, Girls go wild e Turn up the radio e ti rendi conto che Rihanna produrrebbe qualcosa di più stiloso. Ray of Light sembra un lontanissimo ricordo. Temo.