Londra. Questa è la prima parola che mi viene in mente ascoltando questo pezzo assolutamente pazzesco di Beyoncé. Non si tratta del suo ultimo singolo e non appartiene all’ultimo disco e soprattutto non è che io ami particolarmente Beyoncé. Però ascolto questa canzone come un’ossesso: oggi, a lavoro, l’ho messo a ripetizione su itunes, cliccando addirittura un pulsante che non uso mai, ossia il riproduci in continuazione. Perché? Uhm, beh escludendo il fatto che la canzone (e il video) mi piacciono da morire, direi che Londra è la risposta.
Ricordo come se fosse ieri quando l’ho vista la prima volta: ero al G-A-Y, a Soho, lo scorso agosto con alcuni amici random conosciuti lì. Blugino era andato a fumare e io e Scoppiatissima siamo rimasti da soli al tavolo con una serie di sconosciuti e una miliardina di lesbiche attorno. Lo schermo del locale ha passato Why don’t you love me? e io e Scoppiatissima ce ne siamo innamorati. Da allora è diventata la colonna sonora di quando ci preparavamo per uscire, tutti e tre (io, Blugino e Scoppiatissima) nella piccola stanza che condividevamo, tra spruzzi di lacca, profumo e giubbini da indossare per il freschetto londinese serale perenne.
Avverto proprio quelle stesse sensazioni nell’ascoltarla, come se stessi per prendere la Piccadilly Line e vagare per cercare di mangiare qualcosa di decente in qualche pub. Sento quel desiderio di uscire per una città splendida e sconosciuta, viverla di notte e sentirsene padroni, immerso tra persone di un’altra cultura e un’ altra lingua. Odore di gioventù, di voglia di fare, di quel desiderio nascosto di trasferirsi lì, fuggire lontano e affrontare una sfida così stuzzicante per sentirsi vivo: e sapere dentro di te che quelle palle, a 28 anni, già non ce le hai più perchè sono proprie dell’incoscienza, dell’essere studenti e single.
Ok, adesso l’ascolto per l’ultima volta e poi forse è giunto il momento di cambiare brano.
“Why don’t you love me? Tell me, baby, why don’t you love me, when I make me so damn easy to love?”