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L'ultima notizia è il via libera al progetto esecutivo, che la giunta ritiene un'operazione strategica. In pochi vedono la necessità strategica di questa grande opera, al di là del fatto che sicuramente le comunicazioni della città devono essere migliorate. Tuttavia, è difficile ritenere che dal semplice costruire un nuovo trenino aumenterà quel flusso turistico che Bologna, dal Corriere dipinta come città in profonda crisi, merita. Il problema è un po' questo: qualcuno nel Partito Democratico ritiene che sia sufficiente fare questo per migliorare la visibilità (e forse anche la vivibilità, ma sembra difficile) di Bologna. Al contrario, quando si parla di operazione strategica, viene in mente che a Bologna serve ben altro e che anche dal punto di vista delle comunicazioni ben altro è necessario e andrebbe sviluppato. Invece che giocare coi trenini.
In tutto questo Colombo riveste un ruolo minore, benché sia l'assessore di riferimento. Ci mette la faccia, ma si tiene in disparte. Convinto di potersi liberare, in un futuro non immediato, del ruolo di promotore del People Mover giustificandosi con l'assenza di ogni suo parere in proposito. Perché Colombo è sparito su questo versante. Sì, rilascia qualche intervista; però da un assessore "giovane" (tra virgolette perché non è solo l'età a contare) ci si aspettava ben altro: quella spinta innovativa di cui la politica ha fondamentale bisogno per uscire dalle proprie difficoltà. E tutto questo manca. Colombo se ne tiene ben lontano. Intimorito di mostrarsi a fianco di un progetto che gli è stato imposto, incapace (e questo è grave) di essere presente nelle stanze in cui si decide, di far valere il numero di voti ottenuti, di contare qualcosa. Avere i voti e non contare, non è una politica che ci piace. Perché se non conta la sovranità del popolo, che cos'altro conta?
Che Colombo sia sparito, lo attestano varie cose. Non da ultimo l'assenza a qualsiasi incontro con la cittadinanza insoddisfatta (e ce n'è uno promosso per domani sera dal movimento No-P.M.). E le non risposte a domande ormai antiche. La politica che vogliamo, viceversa da quella di Colombo, è partecipativa. Non è la chiusura e il nascondimento, ma la capacità di discutere, di incontrarsi, di dialogare. Di far valere le idee, di avere proposte. Invece questa giunta, almeno in questo caso, fa contare solo le proprie decisioni: le impone come se il potere politico fosse la possibilità di fare i propri comodi. Abbiamo vissuto anni in cui alla politica è stato permesso tutto e tutto è stato scusato. Ora non può più essere così. Non possiamo sostenere che solo perché si è stati incaricati di svolgere un compito politico, lo si possa fare a proprio piacimento. Non vogliamo più la politica del privilegio, ma vogliamo quella politica che non si fa mai da soli o che si decide in camere segrete. Vogliamo il dialogo e il confronto.
La cosa più strana, ovviamente (e che fa pensare alla messa in disparte dell'assessore), è che Colombo ha promosso alcune giornate di incontri sulla pedonalizzazione del centro. Foto sotto.
Di fronte a questa buona iniziativa, che corrisponde all'ottima decisione di muoversi verso una pedonalizzazione del centro, viene però da chiedersi quale delle due anime corrisponda al Partito Democratico. Se quella che impone e si nasconde all'incontro o se quella che discute con la cittadinanza e i commercianti. Intanto, in mezzo a questi dubbi, l'amministrazione procede spedita. Risolve questioni e va avanti come se niente fosse: il costo del P.M. è già aumentato.Purtroppo tutto questo non fa bene alla politica del Partito Democratico. Ma noi come facciamo a dirglielo se non attraverso le elezioni?
Troppo spesso, però, il PD si mostra come un partito chiuso al dialogo, in cui le decisioni vengono calate dall'alto senza neanche un confrono interno. Ne sono esempio le ultime primarie per le amministrative locali in cui i candidati non rispondevano alle esigenze della popolazione e non erano in sintonia con i bisogni di quest'ultima. Ne è esempio la decisione di promuovere a tutti i costi (nel senso reale del termine) una monorotaia che a confronto col nulla è utile, ma che non è utile per Bologna.
Se il Partito Democratico smetterà di pensare alla città di Bologna (e alle altre in generale) come se fossero un nulla cui basta opporre qualsiasi cosa per vincere. Se smetterà di pensare che i cittadini non contino, allora smetterà di perdere consenso. Perché la politica non è una vita da soli contro tutti. Ma un incontro in cui si rispetta l'altro.
Che facciano così anche per il People Mover, ne troveranno giovamento!
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