“Il pepe di Griet” di Lisa Danielli

Da Vivianap @vpicchiarelli

Griet si porta addosso il nome che nelle antiche campagne delle Fiandre veniva dato alle bambine povere. A quindici anni, analfabeta, malnutrita, umiliata fugge da casa e su un carretto giunge in Anversa al tempo della Guerra degli ottant’anni. Annusa l’aria di città, arraffa i primi granelli di pepe e inventa di chiamarsi Greta come le ragazze dal destino felice. Il fiuto e le occasioni la inducono a intraprendere affari nei porti di Tangeri, Genova, Dieppe; coinvolta nello scandalo del 1637 a seguito del crack della borsa di Amsterdam, risorgerà con il balzo della polena che sulla prua delle navi sbaraglia le onde furiose dell’oceano.Dall’ago e filo al commercio di fiori, ornamenti vegetali, rami di corallo e lastre d’avorio: è la storia d’una donna dalla vita pericolosa al pari d’una tempesta e generosa quanto il seno d’una madre raccontata in una lingua asciutta ma densa per restituire il senso dell’avventura, i colori, gli odori delle terre fiamminghe e la luce del Mediterraneo.

Il romanzo racconta in una lingua asciutta, i colori e gli odori delle terre fiamminghe e la luce del mediterraneo. La storia è quella di Griet, che si porta addosso il nome che nelle antiche campagne delle Fiandre veniva dato alle bambine povere. A quindici anni, analfabeta, malnutrita, umiliata fugge da casa e su un carretto giunge ad Anversa al tempo della Guerra degli ottant’anni e inventa di chiamarsi Greta come le ragazze dal destino felice. Il fiuto e le occasioni la inducono a intraprendere affari nei porti di Tangeri, Genova, Dieppe; coinvolta nello scandalo del 1637 a seguito del crack della borsa di Amsterdam, risorgerà con il balzo della polena che sulla prua delle navi sbaragliale onde furiose dell’oceano. Dall’ago e filo al commercio di fiori, ornamenti vegetali, rami di corallo e lastre d’avorio, la storia viene descritta come quella d’una donna dalla vita pericolosa al pari d’una tempesta e generosa quanto il seno d’una madre raccontata in una lingua asciutta ma densa per restituire il senso dell’avventura,i colori, gli odori delle terre fiamminghe e la luce del Mediterraneo.

Un romanzo prezioso nel mare magnum di tanta narrativa usa e getta. Denso di termini ricercati che evocano sensazioni non solo visive, ma persino uditive e tattili, per non parlare degli odori che trasudano dalle descrizioni minuziose di ambienti e circostanze. Forse leggermente confusionario nell’insieme, ma merita lo stesso di essere assaporato con lentezza, per riappropriarsi di un modo “vintage” di scrivere e leggere.


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