Il pescatore di sogni non mi ispirava per nulla. Pensavo che i miei sogni li avrebbe pescati sì, mentre finivo tra le braccia di Morfeo dopo pochi minuti di visione. Oppure mi aspettavo una di quelle pellicole tutte buoni sentimenti e belle azioni trasformate per magia in realtà. Una di quelle favolette nate sulla scia del favoloso mondo di Amélie. Quanti danni ha fatto, quel film! In parte è anche così. Il pescatore di sogni non è infatti certo una pellicola “cattiva”. In nessun senso. Né nel senso di perfida, né nel senso di inguardabile. È un film giocato proprio sui bei propositi e sul trovare un senso alla propria vita e in questo un po’ paraculo lo è. Però sa fino a che punto tirare la canna (da pesca, non un altro genere di canna) senza diventare troppo zuccheroso o irritante. Non per essere razzisti, però fosse stata una pellicola americana probabilmente sarebbe caduta facilmente tra le pericolose acque della stucchevolezza. Invece è un film britannico che ha dalla sua un pizzico di sempre piacevole sense of humor, infila dentro anche un minimo di satira nei confronti dei meccanismi della politica e non si concede troppo, non del tutto almeno, a facili sentimentalismi pucci pucci.
"Grazie per avermi concesso l'onore di questa esterna, Costantino!"
La storia raccontata dal film è di quelle più rischiose. Uno sceicco riccone ha la stralunata idea di pescare salmoni nello Yemen. Operazione costosissima di cui viene incaricato un funzionario del governo britannico, per una serie di questioni politico-burocratiche che in questa sede risulterebbe troppo lungo e noioso da spiegare e che sinceramente non ricordo più nemmeno bene, quindi proseguiamo oltre. La vicenda è quella di un sogno impossibile fatto da un megamiliardario che evidentemente nella vita non ha trovato un modo migliore per dilapidare il suo gruzzolo. Finanziare un piccolo sito come Pensieri Cannibali gli faceva proprio schifo? Eppure dietro vi è qualcosa di più di un semplice capriccio. Vi è la ricerca di andare controcorrente, sfidare le convenzioni comuni, lottare contro i mulini a vento, andare a caccia, o meglio a pesca, dell’impossibile. Una bella storia che diventerà l’occasione per scoprire un nuovo modo di vedere le cose e banalità assortite varie, però raccontate in maniera brillante e non così banale. La narrazione mi ha anzi ricordato un pochino il libro che sto leggendo al momento, Libertà di Jonathan Franzen, sebbene il film non raggiunga gli stessi enormi livelli. Lì troviamo, tra le varie vicende raccontate, anche quella di un uomo che si occupa della salvaguardia di una specie rara di uccello per conto di una società multimiliardaria, qui invece abbiamo un tizio che dovrà cercare di portare i salmoni in Yemen contro il parere di tutti. Il suo prima degli altri. E insomma, alla fine non c’entra nulla, però era solo per consigliarvi un libro per l’estate, oltre naturalmente al mio."No, non puoi sederti lì. Quello è il nuovo trono di Costantino.
Se ti becca Maria de Filippi, si incazza!"
"Non credevo che in un blog solo potessero starci dentro tante stron..."
Tornando sulla terra ferma, la pellicola è girata diligentemente e senza guizzi fuori dall’acqua dal mesteriante svedese Lasse Hallstrom, regista dei bei Buon compleanno Mr. Grape e Le regole della casa del sidro così come di ruffianate come Hachiko e Dear John. Il punto di forza sta però nell’ottimo cast. Se lo sceicco mediorientale interpretato dall’egiziano Amr Waked sembra una versione espressiva di Costantino Vitagliano, ma chiunque è più espressivo di Costantino Vitagliano, in una parte minore fa la sua bella figura nelle per lei piuttosto inedite vesti ironiche Kristin Scott Thomas. La cosa più convincente è soprattutto la coppia di protagonisti: Ewan McGregor dopo un periodo appannato continua ad azzeccare una pellicola via l’altra, pum pum, come ai tempi il Renton di Trainspotting si sparava una pera dietro l’altra. Dopo aver fatto coppia, sulle schermo intendo, con Melanie Laurent in Beginners ed Eva Green in Perfect Sense, la sua dolce metà cinematografica qui è Emily Blunt: ne I guardiani del destino non mi aveva convinto molto, Wolfman e I fantastici (???) viaggi di Gulliver facevano cagare anche se ci fosse stata la migliore attrice del mondo (Natalie Portman, nel caso aveste dubbi), ne Il diavolo veste Prada era luciferina ma nemmeno fino in fondo, qui invece finalmente mi ha convinto al 100%.Non sarà il colpo dell’anno, però se pescando tirate su questa guizzante commediola romantica ma non troppo, potrete tornare a casa soddisfatti. Io no. Io odio la pesca. Però questo film è riuscito comunque a prendermi all’amo. (voto 6,5/10)