Il pianeta degli uomini spenti

Creato il 26 aprile 2011 da Andreapomella

In quello che i cattolici chiamano “venerdì santo” le strade del centro di Roma sono invase da corpi umani artificiali, facce di gente operata, lacerata, rimaneggiata, trasfigurata, che porta a spasso il proprio ideale di bellezza e levatura sociale con aria vanitosa e superba. È la prima volta che mi succede di captare in maniera così netta la cifra stilistica che simboleggia questi anni e questa epoca. La chirurgia estetica è qualcosa di più di un nuovo status symbol. Le facce trasfigurate nei caratteri felini sono un autentico prodotto della società dei consumi. Passeggiando lungo lo stretto marciapiede di via del Babuino sembra di stare a Miami South Beach, Ocean drive, Lincon Road, ogni due passi mi viene incontro un cadavere ambulante, un fumetto manga. Quello che un tempo era una rarità oggi è consuetudine. Cerco una luce in questi volti, una scintilla o un lampo, trovo solo l’esibizione di forme contraffatte che non hanno più nulla a che fare con l’idea della bellezza. Sono creature umane che fanno del proprio volto la pasta con cui forgiare i propri desideri. È il capitalismo che ha invaso il corpo delle persone, che ha reso l’essere umano un’identità consenziente sottoposta alla manipolazione a pagamento dell’ultima e più preziosa merce di lusso: il corpo. Continuo a camminare senza meta in questo pomeriggio fresco e nuvoloso. Ogni volta che vengo qui  faccio i conto col pianeta degli uomini spenti. Tutto continua a cambiare intorno a me. E il mondo mi sembra un vecchio barattolo di legumi rimasto al buio per quarant’anni, in procinto di scoppiare.


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