Magazine Diario personale

Il piatto piange

Da Iomemestessa

È un’epidemia, altro che l’aviaria. Ormai portare a pranzo qualcuno è più rischioso di una missione in Afghanistan. Tutti allergici, e non a qualcosa di ben definito, no, alla qualunque proprio.
Gente che fino a ieri si mangiava la peperonata fredda dal frigo a mezzanotte, e adesso esala, con un fil di voce: “eh, sai, non posso più mangiare i carboidrati complessi, che si trovano in uno stato di deterioramento e devo calcolare il quantitativo di grassi saturi e polinsaturi di ciascuna porzione…” Scusa? Perché? “Eh sai, soffrivo di fenomeni dispeptici…” Cioè, cazzo, mi monti tutto sto casino perché hai mal di stomaco? E il sospetto che più che dal cibo dipenda dal fatto che ti incazzi i giorni pari e pure quelli dispari? E poi tutto sto farro, sto kamut, ste farine integrali… E la pasta integrale, e il fagiolo modificato, e il riso sbramato, che lo cerchi al super e non sai manco che cazzo è. Senza contare quelli che la cipolla no, l’aglio no, il burro per caritá, e tu dopo mezzora di sta lagna pensi, e io con che cazzo cucino, con lo sterco di cavallo che almeno é merda e in quanto tale bio? E poi il probiotico, e il biologico, e il salcazzo… Che poi biologico. Anch’io compro biologico, ma almeno ho l’attenuante di non crederci. Cioè mi illudo che non ci tirino proprio sopra il napalm, ma tutto il resto, siamo seri, si. E le uova da allevamento a terra, che, ti vien da dire, se queste son da allevamento a terra, le altre galline che fanno, lievitano? Poi pensi se lo precisano, una ragione ci sarà e preferisci fingere di non sapere qual è. È intanto guardi mesto il piatto e la tristezza ti assale.


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