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Questo spazio permette al sito di continuare ad offrire in modo gratuito tutti i suoi contenuti!La fiaba
Lunedì 11 Agosto 2014 08:11 Scritto da Marcella Geraci
Così, il piccione prepotente era diventato un ciccione e quello timido, sempre più piccino.
"Toh... Guarda, una mollica di pane" e il piccione ciccione si lanciava subito sul bottino.
"Non ne avrai, mangerò tutto io" diceva al piccione piccino, sempre più triste e denutrito.
Un bel giorno, i due videro altri quattro piccioni che volavano, giocando e divertendosi.
"Voglio volare insieme a loro" disse il piccione ciccione, battendo le ali. Dopo due o tre tentativi di volare, il piccione ciccione dovette però arrendersi.
Era diventato troppo grasso per volare e non riusciva a staccarsi da terra.
"Prova tu a raggiungere i quattro" disse il ciccione al piccino.
"Ti darò da mangiare" aggiunse.
Ma il piccione piccino ci provò inutilmente, era troppo debole per volare e, come il ciccione, non riuscì a staccarsi da terra.
Così i quattro piccioni volarono via e i due non poterono raggiungerli.
Con le poche forze che gli rimanevano, il piccione piccino si ribellò e disse al ciccione: "hai visto? Per colpa della tua prepotenza hai rovinato te stesso e me. Da oggi però le cose cambieranno, non mangerai più come prima e lascerai stare la mia parte."
Il ciccione abbassò la testa mortificato, ma aveva capito due cose.
Non bisogna mangiare troppo o troppo poco, ma il giusto per crescere bene e per far crescere bene gli altri.
Fare i prepotenti, poi, danneggia tutti quanti perché impedisce di trascorrere ore di gioia in compagnia. Dopo qualche mese di vita in comune, i due piccioni andarono d'amore e d'accordo e diventarono due figurini.