Magazine I nostri amici animali
Il piccolo aquilotto ballerino
La storia si svolge in una grande metropoli; Milano, dove di solito tra gli uomini regnano l'indifferenza e la solitudine, ma anche in questa città, in questo asettico e convulso ambiente può succedere il miracolo; basta una briciola di umanità e di amore verso il prossimo, complice la involontaria curiosità di un piccolo bambino e l'oscuro mantello della morte può essere sconfitto dalla luce della vita.In un condominio della città viveva Lorenzo: un grazioso ed esuberante bambino di quasi due anni, figlio di Alessandra una biologa che lavorava in una azienda farmaceutica. Lorenzo aveva anche una sorella; Chiara, una ragazzina che frequentava il ginnasio, nel pieno di una tumultuosa vita adolescenziale, tra lei e il fratellino c'era un intricato rapporto, ma aldilà delle vivaci e sonore conflittualità di convivenza, si era consolidato un grande affetto. Un altro personaggio della nostra storia era Francesco; un ragazzone, un tecnico che lavorava in fabbrica e alla sera completava il suo curriculum scolastico, frequentando l' istituto tecnico per conseguire la maturità, con un po' di ritardo dovuto delle travagliate vicissitudini avute in famiglia, e che, nonostante tutti gli impegni riusciva a svolgere qualche turno come soccorritore in Croce Bianca. Ed infine, per completare tutti i protagonisti della nostra avventura metropolitana: la "nonna Maria", soprannome affibbiatole dai condomini perché era la persona più anziana del caseggiato: 80 anni a Natale, perché essa era nata in un lontano e freddo Natale, e allegramente scherzava su questo fatto, dicendo: “Erano tutti lì ad aspettare Gesù Bambino, e invece sono arrivata io, la Maria, la Befana!” e rideva con passione a questa autoironia e pittoresca affermazione. Il piccolo Lorenzo, che a volte si sentiva stretto tra le mura domestiche, non pienamente soddisfatto di contenere la sua allegra e infinita esuberanza, approfittava della allentata sorveglianza e varcato l'uscio dell'appartamento dilagava errante per i corridoi della residenza condominiale, suonando ai campanelli dei vicini con innocente curiosità. Il più frequentato era quello della "nonna Maria", l'anziana signora accoglieva sempre il piccolo con grande affetto; quella contagiosa allegria le ricordava la gioventù e la consolava di una sofferta negata maternità e della tribolazione della sua vetusta età..Come ben sappiamo i ritmi della vita moderna sono sempre frenetici, i dialoghi tra i vicini sono brevi, perlopiù scambiati sulle rampe delle scale, nel frenetico fluire dell'esistenza; il più delle volte il dialogo consiste in un serrato "buongiorno", "buona sera" o in un abbozzo di sorriso che con fatica s'affaccia sulle labbra. Una mattina, Francesco incontrò Alessandra tutta indaffarata con Lorenzo che quella mattina era poco propenso ad andare all'asilo nido, si dimenava dibattendosi con forza alla obbligatoria costrizione, Alessandra allentò la presa e Lorenzo fuggi; correndo nel lungo corridoio con spensierata allegrezza, Francesco sorridendo disse: “Tutto bene, allegra famigliola?” Alessandra sorrise, con quel suo sorriso un po' timido da cerbiatto e rispose: “Non male, a parte l'ufficio, stiamo relazionando su un nuovo farmaco, e metter assieme i vari dati, comprese le uscite nei vari laboratori , mi impegna molto, poi c'è la Chiara tra una versione di greco e una di latino, una tragedia, le amiche e i "morosini" che le ronzano attorno, ma poi c'è lui, il mio grande amore, la mia consolazione; Lorenzo un piccolo giullare errante”. Francesco replicò con affetto: “E' così simpatico, quando corre, sembra un allegro aquilotto, ciao, devo andare, sono in ritardo, stasera ho anche il turno del 118 in Bianca”.La giornata si svolse tra i quotidiani e frenetici impegni. Alla sera rientrata dall'ufficio, Alessandra stava riponendo le provviste nel frigorifero; Lorenzo approfittò subito della libertà conquistata e partì per volo esplorativo, attraversò velocemente il corridoio e andò a suonare il campanello della" Nonna Maria", nella foga di raggiungere il campanello s'aggrappò con forza alla maniglia della porta, la quale cedette con leggerezza a quel piccolo peso, la porta sì aprì , Lorenzo entrò furtivo saltellando e vide la sig.Maria riversa sul pavimento. Lorenzo gridò: “Nona...nanna”. La sig.Maria non rispose, Lorenzo insistette, ma non avendo ottenuto risposta ritornò alla sua abitazione urlando: “Nona....nanna”, Alessandra dapprima non capì quelle confuse parole. Ma poi, allarmata dall'insistenza di Lorenzo ebbe il presentimento che qualcosa di grave fosse successo alla anziana vicina e celermente si diresse verso l'appartamento, seguito a distanza dal bambino. Varcata la porta aperta, trovò la sig.ra Maria esanime tra la poltrona e il televisore, e tempestivamente telefono al 118. Poi, cercando di reagire all'imprevista emergenza, s'inginocchiò vicino alla donna, cercò di valutare il malore che da un primo esame presentava tutte le caratteristiche dell'attacco cardiaco; sudorazione, fatica respiratoria, astenia, come ricordò di aver letto in un manuale di soccorso, preoccupata dalle sue osservazione esclamo fra sé: “Mio Dio! E' ancora viva! Speriamo che arrivino presto!” E attese con trepidazione l'arrivo dei soccorsi controllando i parametri vitali della vittima.Il caso volle che proprio la squadra di Francesco fosse allertata: “Ragazzi è il mio condominio! Mio Dio sarà la signora Maria! Forza ragazzi, andiamo”, e s'infilarono nel convulso traffico. Dopo pochi minuti, raggiunsero la paziente. Francesco gridò paonazzo per la corsa: “Alessandra hai chiamato tu il 118?”.Alessandra disse tra le lacrime: “Si, ho chiamato io. È stato Lorenzo che l'ha trovata svenuta”. Francesco esclamò: “ Stai tranquilla!, sta arrivando il medico rianimatore, stai tranquilla!” Ed iniziarono la valutazione. Dopo pochi minuti arrivò anche il medico del 118 che completò l'equipe dei soccorritori.Dopo alcune ore, Francesco dall'ospedale telefonò ad Alessandra: “ Ciao, ho buone notizie, come stai? La sig.ra Maria sta migliorando, il cardiologo del P.S. ha detto che siamo intervenuti in tempo ed il merito è principalmente di Lorenzo, devi essere molto orgogliosa di tuo figlio!”. Alessandra deglutì, abbassò il capo e una lacrima le rigò il bel viso.Dopo alcuni mesi, la sig.Maria, ripesasi dall'attacco cardiaco, organizzò una cena, dove invitò tutti i protagonisti della drammatica avventura. Seduti attorno al tavolo, "Nonna Maria" ringraziò tutti le persone che avevano contribuito alla sua salvezza con un ringraziamento particolare all'"allegro aquilotto" che materializzò stampando un sonoro bacione sulla guancia di Lorenzo, la squadra dei soccorritori non si tirò indietro e all’unisono lanciarono un grido che echeggio nella stanza: “Viva Lorenzo, sei già del nostri! Urrà!” Lorenzo non comprese quell'eccesso d'euforia e con la forchetta roteante nella aria, prese due rigatoni e li porse a Francesco, questi, dopo un tuffo rovesciato e carpiato s'infransero sui pantaloni del ragazzo, affrescando l'indumento di una scarlatta macchia. Lorenzo ridendo, esclamò: “Te...pappa..bona..., Te...pappa..bona!” E tutti risero allegramente.
Sergio Castoldi
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Questo adesivo è dedicato a Sergio Castoldi per averci raccontato questa bellissima storia ed ovviamente è il dono che questo blog dedica a Lorenzo, il piccolo eroe che merita un riconoscimento molto più grande di questo ... Grazie ancora!
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