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Il piccolo ciottolo bianco

Da Fiaba


Giovedì 24 Marzo 2011 14:02 Scritto da Tina

ciottolo-bianco
Il bosco profumava di muschio e Francesca si divertiva ad ascoltare il fruscio delle foglie al suo passaggio. Per questo camminava pestando i mucchietti di foglie che le si paravano innanzi e ogni volta sottolineava con un gridolino la gioia che il suono emesso da quel suo saltellare le procurava.

L’aria le solleticava il nasino e Francesca ogni tanto emetteva brevi starnuti che richiamavano le premure della sua mamma: «Che dici - si rivolgeva al marito - avrà freddo?»

E il papà rispondeva: «Non penso, fa caldo. Sarà forse un po’ allergica?»

Francesca si divertiva a sentire queste conversazioni dei suoi genitori che arrivavano puntuali a ogni starnuto.

Così, quando pensava che ci fosse troppo silenzio, per romperlo ed ascoltare le voci dei suoi genitori, si metteva a starnutire di proposito.
Sì, sì, le piaceva ascoltare i suoni del bosco: gli uccellini che si nascondevano tra i rami degli alberi e i piccoli suoni del vento tra le sue foglie. Ma di più le piaceva sentire la voce della sua mamma e del suo papà mentre parlavano di lei.

D’un tratto un piccolo vivace ruscello sbarrò loro la strada e poiché s’era fatta l’ora di pranzo, la mamma propose una sosta sul verde prato che s’apriva oltre il ruscello.
«Ma sì, dai – acconsentì il papà – così potremo scaldarci al sole e scagliare i sassolini nell’acqua.» 

Francesca batté le mani, contenta. Si lanciò in una capriola tra l’erba e tutti risero allegramente.

Dimenticando le preoccupazioni espresse solo pochi momenti prima, il papà le tolse le scarpe ed i calzini. Francesca era felice e s’avvicinò al ruscello.
L’acqua, gelata, correva vivace tra i sassi lisci. Francesca chiese e ottenne il permesso di giocare a riva e con il papà cominciò a lanciare piccoli ciottoli nell’acqua. Che stupore nel vedere la reazione dei colpi: tanti cerchi segnarono il buco procurato dal sasso nel torrente. Ma poiché tutti, sasso e cerchi, venivano inghiottiti dall’acqua, la bimba provava il desiderio di rivedere quel prodigio e chiedeva di ripetere il gioco.

Stupore, risate, corse sul prato per sfuggire alla presa di mamma e papà. 

Poi la mamma le aveva chiesto di aiutarla a riempire di prosciutto i panini già tagliati. La bimba aveva mangiato orgogliosa di aver preparato lei stessa il pranzo.
S’era poi addormentata rannicchiata al sole tra le ginocchia del suo papà.

Francesca si risvegliò nel suo lettino: non ricordava nulla del rientro a casa, ma la sua manina stringeva un piccolo ciottolo bianco.



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