“Possa il sangue servire. Uomini e donne della Resistenza”: il titolo dell’ultimo libro di Aldo Cazzullo, giornalista e saggista di origini piemontesi, racchiude dentro di sé tutta l’essenza di un periodo storico estremamente difficile, quello della Resistenza italiana. Un susseguirsi di momenti duri, di situazioni ardue da fronteggiare, dove era quasi proibito esprimersi (si rischiava quasi la vita) che ha generato schieramenti ideologici, fazioni, prese di posizioni, dividendo letteralmente in due e più parti gli animi degli italiani, tutti alla ricerca della tanto ambita e lontana libertà.
Il divario da Nord a Sud che ne è scaturito è di notevole portata e rilevanza ed il ruolo della città di Napoli ancor più: durante la presentazione del libro, su Rai Uno, il giornalista ha dichiarato: “Napoli è l’essenza dell’Italia. Napoli è la nostra identità al quadrato: se non si salva Napoli, non si salva l’Italia”. Parole che rendono di gran lunga giustizia alla nostra città, sviscerandola non solo da ogni luogo comune, dai continui martiri, dall’indifferenza di chi sostiene che è solo carta straccia, un problema per l’intera Italia ma che in qualche modo mettono in risalto anche la parte più intima e profondamente addolorata di tutti i napoletani, che hanno sempre vissuto e continuano a vivere vere e proprie “torture” da diversi punti di vista.