Riceviamo e pubblichiamo
La Commissione europea viene così definita: “la Commissione europea è un organo di individui scelti in base alle loro competenze generali e al loro impegno europeo, personalità che offrono tutte le garanzie di indipendenza (TUE, art. 17 par.3); inoltre esercita le sue responsabilità in piena indipendenza… non accettando istruzioni da alcun governo, istituzione, organo o organismo. Essi si astengono da ogni atto incompatibile con le loro funzioni o con l’esecuzione dei loro compiti. (TUE, art. 17 par.3)”. In altre parole sono individui non politici, non eletti da nessuno, che hanno però un enorme potere decisionale. Queste sono le persone che hanno obbligato i Paesi membri a firmare, il 2 marzo del 2012 il trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance dell’Unione Europea. E’ necessaria una breve digressione. Era l’inizio di marzo del 2013 quando Draghi affermò: ” i mercati sono stati meno colpiti dal risultato delle elezioni rispetto ai politici stessi o a noi, capiscono che si tratta di democrazia”. La frase era riferita all’Italia. Si erano svolte da poco le elezioni politiche ed il presidente della BCE disse chiaramente che il concetto di democrazia era di fatto “cambiato”. Per democrazia non si intendeva più il volere del popolo sovrano, ma il volere del mercato sovrano. Chiarì ulteriormente il suo pensiero rimarcando che “gran parte degli aggiustamenti di bilancio continueranno ad essere in vigore come se ci fosse un pilota automatico…”. Qualunque fazione politica fosse stata scelta dal presidente della repubblica sarebbe stata ininfluente sulle decisioni già stabilite.
Noam Chomsky, il maggior linguista vivente e filosofo ha sottolineato recentemente che “la democrazia in Italia è scomparsa quando è andato al governo Mario Monti, designato dai burocrati seduti a Bruxelles, non dagli elettori”. Vero. In realtà le cose furono molto più gravi perché Monti era semplicemente l’utile idiota per far ratificare quel trattato citato in precedenza che avrebbe per sempre messo il giogo economico all’Italia. Da questo momento in poi la politica sarebbe stata supina all’economia e la democrazia avrebbe potuto essere sospesa da persone sconosciute in favore degli equilibri di bilancio economico. Questi fatti non saranno forse mai scritti in nessun libro di storia ma hanno sancito (e non solo in Italia…Grecia docet) la fine della democrazia, ossia quel processo di delega che in condizioni particolari può essere sempre sottratto dagli elettori. Nel caso spiegato non c’è delega perché coloro che decidono non sono stati nominati da nessuno; nulla si può loro sottrarre perché non rispondono agli elettori. Quanto accaduto ha inaugurato una dittatura economica.
Ma andiamo a vedere che cosa la dittatura economica prevede in questo trattato. Innanzitutto è un vero e proprio contratto che non prevede l’uscita di una delle due parti. Firmato questo trattato il vincolo è indissolubile. Il passaggio principale è quello in cui si dice ”qualora si constatino deviazioni significative dall’obiettivo di medio termine o dal percorso di avvicinamento a tale obiettivo, è attivato automaticamente un meccanismo di correzione. Tale meccanismo include l’obbligo della parte contraente interessata di attuare misure per correggere le deviazioni in un periodo di tempo definito”. Gli obiettivi sono due: il 3% del rapporto deficit/pil e il 60% del rapporto debito pubblico/pil. Il deficit è la differenza tra spesa pubblica e le entrate mentre il debito pubblico rappresenta la somma dei deficit che si sono accumulati negli anni. Tutto ciò porta ad avere la certezza che i poteri economici imporranno continue manovre finanziarie a quegli Stati con alti debiti pubblici (l’Italia è il settimo paese al mondo per il debito pubblico verso l’estero) e che non cresceranno economicamente.
Il trattato sottolinea dopo queste affermazioni che “le regole enunciate al paragrafo citato producono effetti nel diritto nazionale delle parti contraenti al più tardi un anno dopo l’entrata in vigore del presente trattato tramite disposizioni vincolanti e di natura permanente, preferibilmente costituzionale(!)”. Ecco il pilota automatico. Un pilota automatico che ha portato la Grecia alla distruzione, la Spagna e l’Italia alla povertà con tassi di disoccupazione a due cifre. E’ in questa chiave che andrà letta la svendita degli ultimi gioielli economici del bel paese. Svendita che non servirà a ripianare nessun buco di bilancio ma che ci farà sprofondare definitivamente nell’usura dei mercati internazionali. Amen.