Oh beato quell’essere umano che di dono ha la favella, l’arte eccelsa della parola!
Sa mescolare lettere ad incanto e nascerne vita nuova d’emozioni.
Non ha timore, il poeta, di prestarsi a modello d’amore o passione, di raccogliere da prati fiori da donare a Muse predilette. Non ha timore, il poeta, di provare sul suo cuore lo strazio di sentimenti finiti, stracciati, la morte lo attende e non la teme, l’abbraccia che dentro al cuore sprofonda ogni volta che compie l’inimmaginabile viaggio al centro di sé.
Ne fa un albero, il poeta, di parole cesellate e perfette, ritmate e rimate e di precisione accese. Ne fa un albero, il poeta, ne costruisce prima radici profonde e lentamente, mai aduso alla fretta, ne plasma il tronco e i rami e la linfa che scorre ne è armonia.
Ne annaffia il canto, il poeta, ne mesce la terra, rinfranca il cielo, di nubi veglia la pioggia e ne riscalda la crescita il sole. Ne annaffia il canto, il poeta, pota i rami che mai è avvezzo a ridondare e meglio sa che è togliere per vederne crescere i frutti puri.
Quand’ecco, il tempo s’è fatto pronto e poesia ne nasce e pura si posa su foglia germogliata. E’ il vento dell’esistenza a partorirla oltre, è il cuore degli uomini a farla pulsare e non è più cosa del poeta, che la vede partire e sa che di nessuno è la sua arte se non di chi la legge e ne fa cosa sua e la rigermoglia dentro di sé.
Ahi, care Muse, che adagiate state ai piedi del letto del poeta, catturando nei suoi occhi l’amore che anelate, sappiate d’essere solo d’ispirazione ma mai di possesso alcuno, che la poesia è foglia al vento ed è di chi ha vero cuore.
Il mio augurio per questo Natale è che sappiamo avere cuore puro per accogliere la poesia dentro di noi e nessuna pretesa di averla solo per sé, che il dono, donarsi, è la grande meraviglia dell’esistenza.
Ed è solo quando ci si dona, non si pretende, che si rivela l’amore vero e sincero.
Chiara