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Il Politically Correct non vale per i soldati della RSI?

Creato il 02 ottobre 2010 da Giovanni Fonghini @giannifonghini
L'annuncio dell'uscita del nuovo libro di Giampaolo Pansa "I vinti non dimenticano" ha risuscitato l'interesse sui temi della guerra civile e sulle vendette partigiane dopo la fine della stessa con moltissimi omicidi e vendette a scapito di soldati, uomini e donne, della RSI e dei loro familiari. Parlando dello stesso libro il blog La nostra storia ci dà la notizia di un fratello di Prodi soldato repubblichino.
Scrive proprio così "repubblichino". Ebbene a oltre 60 anni dalla fine del conflitto si continua ad usare un termine che ha una forte connotazione dispregiativa. Due parole tra tante sono ancora vive negativamente nel ricordo della mia infanzia circa i racconti sulla guerra , che era terminata 14 anni prima della mia nascita: una per l'appunto era repubblichino, l'altra, se possibile ancora più odiosa, era "marocchinate".  Quest'ultimo termine identificava le sventurate che subirono le violenze delle truppe marocchine del generale francese Alphonse Juin e che a causa di queste violenze ricevettero dallo stato una sorta di pensione. D'altra parte eravamo negli anni '60 e allora le parole si usavano senza tener conto di essere "politicamente corretti". Però il termine repubblichino, coniato nel dopoguerra per identificare i soldati della RSI, era una ferita al mio amor proprio, in quanto mio padre era stato uno di loro. Penso che sia arrivata l'ora, se vogliamo almeno che ci si rispetti reciprocamente, di mettere in  soffitta le parole cariche di odio e livore nate nella temperie disastrata del primo dopoguerra. Chiamiamo i soldati della RSI repubblicani, non repubblichini. A prescindere dai loro parenti attuali, sconosciuti come me o noti come Romano Prodi.
Giovanni Fonghini

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