C’è un posto dove l’unione non fa la forza. O meglio, non fa la forza del portafoglio. Manco a dirlo, è il Parlamento.
Teoricamente c’è una legge piuttosto restrittiva riguardo le liste minori: sbarramento al 4% alla Camera e dell’8% su base regionale al Senato. In sostanza, c’è il libera tutti una volta ottenuta l’agognata poltrona.
Questa legislatura è stata davvero tribolato in quanto a scissioni: FLI che si separa dal PDL, l’API che taglia i ponti con il PD, Noi Sud, i Reponsabili, per non parlare dei sottogruppi. Due anni fa i gruppi erano cinque, oggi sono tredici.
Creare un nuovo gruppo parlamentare costa caro: nuove spese di segreteria, nuovo personali, nuovi uffici. I gruppi costano 35,7 milioni di euro, 57mila euro per ogni parlamentare.
Litigare conviene, dividersi ancora di più.