Il Pontefice a Milano, polemica sulla spesa

Creato il 01 giugno 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi
Tredici milioni di euro per la giornata delle famiglie che porterà a Milano un milione di persone, al cospetto di Benedetto XVI. Un’altra polemica di cui l’Italia terrorizzata dal terremoto avrebbe fatto a menoTredici milioni di euro: quasi cinquecentomila euro per ciascuna vittima del terremoto che ha sconvolto l’Emilia Romagna.  Non che si voglia prezzare la vita umana, ma non si può fare a meno di prendere atto della somma non indifferente, un buono starter per provare il rilancio dell’economia padana fiaccata dai due sismi che l’hanno colpita nel mese di maggio. Potevano essere destinati alla ripresa, saranno utilizzati per una manifestazione a carattere pseudoreligioso, con fortissime influenze mediatiche, a giudicare dall’imponente struttura organizzativa.Sembrano lontani anni luce i giorni in cui, non ancora consapevoli dell’effettiva gravità dei danni provocati dal sisma, il consigliere comunale di Rovato si esercitava nel pessimo umorismo leghista.Napolitano non rinuncia alla parata, accusa di strumentalizzazione chi chiede la cancellazione di questo assurdo retaggio dei tempi in cui i regimi mostravano la loro grandezza. Il Presidente si rivela di caratura nettamente inferiore a chi, nel 1976(l’allora PdR Leone), non esitò a depennare dal calendario delle celebrazioni la passerella dei soldatini agghindati, che nulla aggiunge ai sentimenti che animano la fede repubblicana. Ubi maior, ma dal garante dell’unità nazionale ci saremmo aspettati un gesto di responsabilità.Anche la visita di Papa Ratzinger a Milano si inscrive in quell’elenco di sprechi che si sarebbero dovuti evitare, alla luce dei recenti eventi che hanno sconvolto il nostro paese. Dei tredici milioni di euro stanziati per l’organizzazione dell’evento, ben tre sono stati investiti dalla città della madunina per potenziare i servizi: una sorta di investimento, se la manifestazione filasse liscia come l’olio si tradurrebbero in un ritorno d’immagine per la giunta Pisapia.La regione Lombardia ne mette due (sempre meglio che investirli in vacanze alle Bahamas), la Cei altrettanti, tanti sponsor elargiscono donazioni (tra tutti ricordiamo Banca Intesa Sanpaolo) per un evento che mischia caratteri di religiosità e aspetti mediatici da non trascurare.Criticabile lo sfarzo con cui è stato allestito il palco dal quale il Pontefice si rivolgerà ai fedeli: le forme architettoniche ricordano una grotta, anche se lo stile e le decorazioni non sembrano rifarsi a quella in cui nacque Nostro Signore.La rete è netta nel suo giudizio: potevano risparmiarselo, potevano destinare i soldi alla ricostruzione delle fabbriche. A nulla vale appellarsi alla donazione di ben tre milioni di euro, disposta dalla CEI a favore dei terremotati in Emilia, serviva una sobrietà di cui non s’è vista l’ombra.Se il Cristianesimo fosse una religione di ricchi che esibiscono le loro sostanza, Gesù sarebbe nato al Ritz, avrebbe vestito Louis Vuitton e non avrebbe camminato sulle acque ma le avrebbe solcate con il suo yacht. Se Cristo fosse ancora tra noi, starebbe spalando detriti per estrarre il più piccolo dei suoi fratelli da sotto le macerie, avrebbe elemosinato pane per gli affamati, avrebbe costruito una capanna per l’ultimo dei senzatetto, non starebbe a parlare da palchi avveniristici o a sfilare con vesti dorate: Marco ci insegna che Gli bastava vestirsi di stracci e salire su una barca per proporsi all’attenzione del suo uditorio.Dov’è il Cristianesimo delle origini? Dov’è il voto di povertà? Dov’è l’aiuto ai più deboli, ai poveri, e che tipo di sollievo si offre a chi soffre? In momenti di austerity ci saremmo aspettati una prova di responsabilità civile, prim’ancora che di devozione religiosa. Uno sforzo che avrebbe restituito tantissimo alla Chiesa di Roma in termini di immagine e di riavvicinamento agli insegnamenti di Gesù.Un’altra occasione per affermare fattivamente i princìpi della carità cristiana è andata definitivamente perduta, ben distanti dagli insegnamenti che il Vangelo ci ha lasciato in dono.Ventidue metri di altezza, 30 di profondità, una capienza in grado di accogliere le 600 persone: c’era bisogno di tutto questo per far scendere Gesù Cristo in mezzo a noi?ANSA/UFFICIO STAMPA +++NO SALES – EDITORIAL USE ONLY+++

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