Esiste il popolo dei nessuno. Persone difficili da notare dal palcoscenico tra la folla e le luci, i rumori della nostra esistenza. Esistono quelli che sono nessuno. Nessuno li nota... nessuno sa chi sono, ma ci sono.
Sono lì, tra l'indifferenziato di un pubblico plaudente... sono tra la folla, nelle assemblee di varia natura. A fine spettacolo tornano ad essere nessuno.
Qualcuno non ce la fa a restare nessuno, perchè è difficile, doloroso. Qualcuno infatti preferisce entrare nella categoria degli assistiti... le hanno inventate per loro! Gli assistiti, i poveri a vario livello, l'ultimo barlume di speranza di esistere per quelli che si trovano relegati all'ultimo angolo della nostra mente. L'ultima occasione per essere qualcuno. Alcuni li trovi in parrocchia, altri in ospedale, altri in prigione.
Meglio questo che essere nessuno.
Ma dove li vedi? E' questo il punto: non li vedi. Non li senti, non li incontri... talvolta addirittura studiano, vanno in palestra, frequentano corsi di cucina o di pittura, vanno alle riunioni e persino intervengono ai dibattiti, per qualche momento si inorgogliscono dell'illusioni di essere qualcuno. Non dura molto. Un nessuno resta sempre un nessuno e sempre ritorna ad essere nessuno.
Esistono davvero? Hanno madri i nessuno, padri, figli, fratelli, amici.
I nessuno, se esistono, esistono solo nel piccolo spazio dei loro affetti. Sono vivificati da categorie minime, riconoscimenti irrilevanti, ma preziosi: buogiorno, come stai?, un abbraccio, un regalo, oggi ti ho pensato, una visita. Questo è l'evento straordinario di una vita compressa ai minimi termini. Il piccolo gesto del riconoscimento, tu esisti per me, sei importante.
Di questo vivono i nessuno, ed io con loro.