Il populismo spiegato ai bambini, e il caso (dis)umano di Caterina Simonsen

Creato il 01 gennaio 2014 da Tafanus

Alla fine di un anno iniziato in un Vaffa-day permanente, con l’uso della parola “morti!” (col punto esclamativo) come manganello e insulto, leggo che presunti animalisti hanno insultato e augurato la morte a una ragazza rea di sopravvivere alle malattie grazie alla ricerca medica con sperimentazione sugli animali. Dà la sensazione di un cerchio triste che si chiude, ed eleggerei questi nazi-animalisti a campioni dello stile populista: spararle grosse, violente, asfaltare la realtà con uno strato di parole ribollenti e iper-semplificate, meglio se insulti sprezzanti Anche le menzogne vanno benissimo, qualcosa resterà.

Dal regime pubblicitario del partito-azienda fondato vent’anni fa col nome di grido da stadio (“Forza Italia”), ai monologhi urlati dell’ex comico genovese, il populismo in Italia ha avuto un tale exploit da essere oggi addirittura rivendicato, non importa che sia sinonimo generico di fascismo con l’accento posto sulla demagogia: “siamo noi i veri populisti”, reclama la Lega Nord in concorrenza con forconi e fascisti vari. I più rozzi luoghi comuni, come l’intramontabile “non c’è lavoro per colpa degli immigrati”, non provocano più vergogna e ridicolo ma sono status symbol da ostentare, come i confitti di interessi all’epoca di Berlusconi.

Ma c’è un tratto più profondo nel populismo italiano, che fa dell’antipolitica la parte preponderante della politica: l’essere indistinguibile dalla pubblicità. La pubblicità ha assimilato la politica così come, parallelamente, la finanza ha fagocitato l’economia. E poiché la pubblicità dissolve la realtà, tutto diventa possibile, a partire dalla fascinazione ipnotica dei Capi, sdoganatori delle più assurde pretese e dei più tristi e inconfessabili rancori. L’ultimo, l’ex comico, sembra a sua volta frutto e prestanome di un esperimento politico di laboratorio sulla psicopatologia delle masse. 

Ma se è vero che il populismo è il fallimento della politica, bisognerebbe dire la verità sul suo fallimento: la vergognosa debolezza di un’opposizione autodegradata a concorrenza, il Pd, simile in questi anni a un governo ombra del governo di estrema destra, nel senso di un’indistinguibile visione del mondo. Suggerirei un esempio.

Ricordo un certo Penati, membro della direzione del Pd nonché presidente della Provincia di Milano, caduto in disgrazia per tangenti. A parte l’aspetto giudiziario, per me Penati fu colui che dichiarò con fredda sicumera, senza nessuna protesta nel Pd, che la politica doveva abbandonare quella “vocazione pedagogica” del Pci (penso all’etica di Enrico Berlinguer) e andare incontro alle aspettative della gente, ‘quello che vuole il popolo’, come si dice al bar. Ma chi è la gente? Nell’epoca del più sconvolgente degrado morale in Italia, di un abissale deficit di educazione, di un analfabetismo di ritorno dovuto al monolinguismo delle tv commerciali (ragione, spiegavano gli storici, del successo elettorale di Berlusconi), quella frase di Penati, mai contraddetta nel suo partito, sembra l’agenda politica della Lega Nord tradotta in italiano, ma di fatto era ed è il populismo spiegato ai bambini. Non dico dove si arriva andando incontro alle aspettative della “gente”, perché in quel caos ci siamo già; manca solo la pena di morte e il diritto a “più figa per tutti” (di botte contro le femmine ce n’è già troppe). Ma anche nel cinismo pubblicitario-populista il Pd arrivava in ritardo, nel sottomettere cioè la bontà delle idee ai sondaggi, come dall’inizio ha sempre fatto Berlusconi, come da ultimo fa Beppe Grillo: salvare le vite dei presunti clandestini, per esempio, accogliere i profughi, non porta voti, quindi è una cattiva idea.

(Fonte: Beppe Sebaste - l'Unità)

Sottoscrivo dalla prima all'ultima parola l'articolo di Beppe Sebaste, ma vorrei approfondire e sviluppare un tema che l'articolo di Sebaste sfiora appena, all'inizio dell'articolo. Un tema che mi pesa sullo stomaco da giorni: quello di Caterina Simonsen, la studentessa 25enne di veterinaria, che (soprav)vive da quando aveva 9 anni grazie ai progressi che la medicina ha fatto ANCHE grazie alla sperimentazione sugli animali.

Caterina, ricoperta da insulti sul web, aveva deciso di chiudere il suo account facebook (il luogo del cazzarismo più selvaggio e inquietante, perchè è noto che FB è il regno dell'anonimato, degli "alias", della vigliaccheria che immagina di essere informazione).

Ma poi, dato che è una ragazza con le palle, ha "riaperto" la porta agli animali(sti) che l'hanno massacrata, e che sicuramente lo rifaranno. Voglio dire a costoro che io sono schierato senza se e senza ma dalla parte di Caterina, e non dalla parte di questi pasdaran dell'animalismo che si sono scordatri che anche l'uomo è un animale: il più lucido, pericoloso, crudele, possente animale esistente in natura. 

E quindi accomodatevi. Voglio anch'io la mia quota di insulti. Per solidarietà con Caterina, e per dire a Caterina che il mondo non è fatto solo di vigliacchetti con l'etica a targhe alterne (durante il giorno insultatori di Caterina, e di sera magari felici sbranatori di polli allo spiedo, di innocenti pizze alla napoletana (quella con le acciughe). Poi, dopo la pizzeria, rimettono la targa dispari, si accomodano al PC, e ricominciano a massacrare Caterina. La migliore degli animali, nel peggior mondo possibile.


Insultata da animalisti, Caterina Simonsen torna su Facebook: «Buon anno a tutti» 

«Buon giorno a tutti e buon anno! Mamma mia che buffo aprire Fb di nuovo e sentire i 'tuttologi' che conoscono meglio la mia vita di me stessa».

È tornata visibile sul social network a Capodanno Caterina Simonsen, la 25enne padovana, studentessa di Veterinaria a Bologna, vittima di insulti via web per aver spiegato di essere ancora viva grazie alla sperimentazione sugli animali. Lunedì la sua pagina Facebook era diventata irraggiungibile: «Scusate ma mi serve un po' di pace», aveva scritto il 30. «Anche se siete tanti che mi stanno vicino non ce la faccio più tra accettare tag e vedere commenti di persone che continuano ad insistere di fare esperimenti sui carcerati. Chiuderò l'account per qualche giorno, forse per tutto il ricovero. Ho bisogno di un pò di pace».

Oggi Caterina è tornata su Fb e ha aggiornato anche sulle sue condizioni di salute: «Comunque io sto pian pianino meglio - ha aggiunto dall'ospedale di Padova, dove è ricoverata per una serie di malattie che combatte da anni - Ora aspetto solo la data per quando mi posizionano il catetere nuovo e in teoria potrò andare a casa verso inizio settimana prossima». Il suo post ha ricevuto decine e decine di auguri dal popolo della rete, per il nuovo anno e per la sua salute (Fonte: Il Messaggero)

Faccio i miei più sentiti auguri a Caterina. Sono solo uno dei tanti che stanno dalla sua parte, animale coraggioso con nome e cognome, massacrato da animalisti anonimi. Uno dei prossimi giorni, non appena avrò tempo e stomaco, racconterò a questi signori come funziona un grande "allevamento moderno" di polli. E descriverò ai maggiorenni quale sia la crudele ed efficientissima catena di montaggio (anzi, di smontaggio) che portano i polli - credo con loro grande sollievo - dalla vita in gabbie nelle quali non possono neanche girarsi (non devono consumare calorie) alle vaschette di plastica e cellophane. Oppure sarebbe preferibile un bel filmato girato in una tonnara durante una mattanza? Si può scegliere.

Io la mia scelta l'ho fatta da anni. Gli animali sacrificati alla scienza valgono esattamente quanto quelli sacrificati alle necessità dei supermercati. O tutti gli animalisti sono anche, per scelta, vegetariani? E non mangeranno per caso qualche vegetale che sarebbe invece graditissimo anche ai loro animali?

E se per caso la loro confortevole casetta fosse invasa da topini e scarafaggetti, si adatterebbero ad una civile e gradita convivenza, o chiamerebbero il più vicino servizio di disinfestazione?. Solo per sapere. Tafanus


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