
Lo avevo in canna in questi giorni, poi ho notato che Roberto aveva già messo nero su bianco il concetto che avrei voluto spiegare e lo ha fatto nel miglior modo possibile. Lo spunto è Skyrim e il potere evocativo che certi titoli hanno, motivo per cui questi titoli, a prescindere da ciò che dice la gente e da evidenti limiti tecnici o grossi problemi che finiscono sotto i riflettori, vanno per forza di cose trattati in maniera differente dagli altri. Motivo per cui, a parità di problemi (mettiamola così...), ci si trova spesso a parlare di capolavori e pecionate galattiche negli stessi discorsi. Anyway, l'unica cosa che aggiungerei è che ciò che emerge facendo riferimento alla saga che forse più amo, vale anche per altri brand e generi, almeno per quel che mi riguarda. Il punto è che trovo comunque evocativo ciò che, abbinato al contesto in cui ci si muove, risulta verosimile e plausibile ma in questo senso molto dipende anche dall'approccio che uno ha. Mi spiego: è vero che in Skyrim mettendo una pentola in testa a un mercante in uno shop si può rubare senza essere visti, ma in un contesto così bello, ricco, perfetto, giocando, non mi verrebbe mai in mente di provare a fare una roba del genere neanche per sbaglio. Non sarebbe un'azione adeguata. Vabbè, sarà contorto, ma suppongo abbiate capito il senso.

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