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Il potere e la gloria

Da Famigliacolori

Anno Zero ha trattato ieri il tema della  pedofilia nella chiesa. Alcuni spunti di riflessione:

1) E’ stato rimarcato che si tratta di un fenomeno minoritario. E’ necessario ricordare che milioni di bambini e ragazzi saranno affidati anche la prossima estate alla cura pastorale ed educativa della chiesa negli oratori e  campi estivi, grazie alla dedizione di catechisti, animatori, ecc. Moltissime famiglie continuano a considerare le parrocchie come punti di riferimento. Ciò non toglie l’orrore per ciò che è avvenuto. Non sarebbe più opportuno che i preti di domani fossero scelti più che tra i celibi, tra persone conosciute per maturità umana e cristiana?

2) La chiesa è stata soprattutto vittima nel ’900. E continua ad essere vittima, anche nelle persone stesse dei bambini abusati. Papa Benedetto XVI, dopo silenzi di anni, sta dando una svolta decisa di trasparenza e giustizia, chiedendo perdono di tutto. E’ seguito in questo anche dagli ambienti di curia?

3) Parole di Vangelo sono state pronunciate da Nichi Vendola: il trono di Gesù è la croce, la corona una corona di spine . Il fenomeno della pedofilia è grave, ma altrettanto grave è l’esistenza di una chiesa di potere. Non sono la pedofilia stessa e  il dominio sulle coscienze una forma di potere?

4) Collaboratori di Santoro a caccia di preti e vescovi a imitazione degli inviati di Striscia (con la ciliegina del vecchio prete anticomunista e nostalgico del duce). Forse metodi di indagine diversi otterrebbero risultati diversi.

5) Giustizia per le vittime di abusi. Non ci sono santi. Ma che siano rappresentati da avvocati proprietari di interi palazzi arredati con confessionali antichi, quadri, candelabri è una questione di gusti. Io vedrei più adatti avvocati di strada innamorati della verità e della giustizia.

6) Occorre distinguere tra veri abusi e false accuse. Non è vero che i bambini dicano sempre la verità e non è sempre vero il contrario. Occorrono comunque sempre indagini serie e approfondite.

In appendice, un interrogativo che rimane aperto: Santoro non più dipendente Rai sarà più libero per esprimere la propria opinione o per chiedere qualsiasi cifra per le future trasmissioni da “libero battitore” (con un certo sgradevole contrasto tra l’ammontare delle cifre stesse e il salario medio, nel migliore dei casi, delle piazze che a volte rappresenta)?


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