Ieri, ascoltando la radio, mi sono imbattuta nell’analisi di uno psicologo sui fatti del Mose di Venezia e di tutte le altre corruzioni scoperte di questi tempi in Italia.
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Il suo pensiero è che il potere è una malattia, una patologia vera e propria che porta il soggetto a desiderare sempre di più, con avidità, perdendo ogni aggancio con la realtà dei fatti. La sete di potere, e in questo caso di denaro, conferisce al soggetto la convinzione di essere totalmente nel giusto e a non temere di essere scoperto: ciò che lui fa se lo giustifica da sé come opportuno e necessario. Una patologia da curare? Sì, con il carcere.
Lo psicologo terminava dicendo che il potere rende stupidi.
Ieri ricorreva per la mia città, Biella, il 70° anniversario dell’eccidio di Piazza Martiri.
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Da Provincia di Biella.it – articolo del 04/06/2014
“La mattina del 4 giugno 1944 ventuno ragazzi furono condotti in piazza Q. Sella dopo aver passato la notte incarcerati al Piazzo. Il più anziano di loro aveva 33 anni. Arrivati in piazza, i prigionieri vennero fatti scendere dalla corriera, poi i primi cinque si avviarono in gruppo verso il centro della piazza. I ragazzi vennero fucilati prima cinque, poi altri cinque che dovettero passare sui corpi dei primi, e così fino al quarto gruppo degli ultimi sei, che dovettero assistere alla fucilazione dei quindici compagni attendendo la loro.
Per tutta la durata dell’esecuzione risuonò il fischio delle sirene dell’allarme antiaereo. I ventuno erano stati catturati nei rastrellamenti dei giorni precedenti nella zona del Mombarone e tra i paesi della Serra.
Una settimana dopo un altro ragazzo sarebbe stato catturato e fucilato su quella stessa piazza: i nomi sulla lapide che ricorda il sacrificio dei giovani partigiani sono perciò ventidue. L’eccidio di Biella sarebbe stato l’ultima sconfitta militare subita dalla Resistenza biellese prima della vittoriosa estate del ’44, durante la quale grande fu l’affluenza alle formazioni partigiane locali. “
(qui l’articolo con la ricostruzione storica)
Siamo in Italia e militari fascisti in nome del potere fascista, uccisero brutalmente ventuno giovani partigiani.
Non sarò io a parlare della questione storica, ma ancora una volta possiamo vedere che vuoi per denaro, che per ideali politici o religiosi, il potere rende stupidi.
Il potere scollega il cervello, porta la gente a compiere atti, a dire e scrivere parole che non sono pertinenti con il vivere sociale e civile. Il potere provoca delirio, visioni, illusioni, cecità, egocentrismo, rabbia, violenza, ingordigia.
Il potere rende stupidi.
Ma nessuno se ne accorge.
Chiara