L’artista Colombiana Doris Salcedo mette davanti agli occhi di chi guarda qualcosa di cui non si riesce a parlare, questa la tesi di Mieke Bal, professoressa di Letteratura all’Università di Amsterdam e fondatore della Scuola di Analisi Culturale di Amsterdam.
Una delle opere più spettacolari dell’artista, Shibboleth, è una spaccatura lunga 167 metri nel suolo della Turbine Hall alla Tate Modern di Londra.
Per la professoressa Bal, Salcedo produce un’arte politica il cui obbiettivo non è tanto di evidenziare una singola verità, quanto di offrire uno spazio nel quale si possono trovare molteplici interpretazioni e significati. Secondo Mieke Bal la cosa più importante che crea Doris Salcedo è lo spazio di dialogo tra la scultura e chi la guarda.
Cosi la fessura alla Tate Modern, installata nel 2007, in piena Guerra d’Iraq (2003-2011) permette, per esempio, di prendere il tempo di pensare alla ‘strana guerra’ che ha portato le potenze occidentali, condotte da Stati-Uniti ed Inghilterra, allo stato bellico, alla spaccatura della guerra.
Oppure, suggerisce Bal, ci si può vedere la fessura tra migranti non-occidentali e paesi Europei e Nord-Americani, ricchi ma spesso ostili, nei quali molte persone cercano lavoro e rifugio.
Davanti all’immensità di quella crepa silenziosa e dirompente, posta alla base dello spazio svuotato dell’ex-centrale elettrica londinese, non si può far altro che riflettere. Cosi Doris Salcedo, attraverso il potere non verbale della scultura, dà voce a coloro che sono messi a tacere.