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Il potere sovversivo delle autoproduzioni

Creato il 22 ottobre 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Sabato 11 Ottobre al WOW, Museo del Fumetto di Milano, si è tenuto un incontro con completamente focalizzato sulla realtà delle autoproduzioni. La stessa, patendo da Il potere sovversivo della carta, suo libro intervista dedicato all’argomento, ha spiegato ai presenti come i giovani si avvalgano della possibilità di auto produrre i propri libri e delle necessità che li spingono a fare questo passo. Sara Pavan 10Sara Pavan 10Per spiegare ancora meglio le tematiche trattate sono stati invitati tre ospiti che si sono mossi nel campo: , Francesco Cattani e Roberto La Forgia.

In primo luogo Sara Pavan ha ringraziato il Museo del Fumetto per l’ospitalità, in quanto primo spazio istituzionale a dedicare una mostra alle autoproduzioni invitando invitando il pubblico a dare un’occhiata ai volumi che per l’occasione sono stati posizionati nella saletta dedicata alla mostra. In secondo luogo, insieme al suo editore Agenzia X, l’autrice ha spiegato le motivazioni per cui si è trovato necessario narrare la storia di alcuni protagonisti delle autoproduzioni. In particolare, la raccolta di interviste “narrate” ha dato modo all’autrice di raccontare tutta una serie di aneddoti i della vecchia generazione di autori (Tuono Pettinato e Davide Toffolo per citarne due) andati perduti sui primi blog.

In seguito, Silver ha raccontato la sua esperienza e in particolare un aneddoto relativo al Salone Internazionale del Fumetto di Lucca (oggi Lucca Comics & Games), evento in cui iniziò a vendere i suoi fumetti di Lupo Alberto “al trancio”.

Alla 15esima edizione di Lucca decisi di fare una provocazione perché in quel periodo si tendeva a celebrare solo i disegnatori affermati. Allora impiegai due giorni per riempire un pannello di polistirolo, vi disegnai Lupo Alberto con le mani giunte, lo divisi in pezzi e lo numerai in maniera che tutti i pezzi si potessero ricongiungere a mo’ di puzzle. Poi io e un mio amico che aveva un furgoncino delle caldarroste ci mettemmo in piazza a vendere i miei disegni. Nel furgone c’era scritto “Da Silver disegni al trancio” e chi acquistava uno dei  pezzi di polistirolo da me disegnati aveva in regalo un barattolino di caldarroste e un bicchiere di vino.

Inoltre, la figura di Silver risulta ancora più importante se si pensa che, per evitare censure, a un certo punto della sua carriera ha deciso di auto prodursi, assumendosi il rischio di impresa per avere più libertà sui suoi personaggi e tentare di guadagnare di più con le edicole.

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A prendere parola infine sono stati Francesco Cattani e Roberto La Forgia, definiti da Sara Pavan gli “autori intervistati in controtendenza”, proprio per le posizioni “a favore dell’editoria” prese da entrambi nel libro. L’idea di parlare con questi due autori è nata nell’autrice con l’intento di generare un dibattito sulla bellezza della diffusione del fumetto a priori, sia che si tratti di autoproduzione, sia di un lavoro edito da una casa editrice, purché si parli sempre di un’opera di valore. A essere preso come esempio è Zerocalcare che, passando dal mondo dell’autoproduzione alla pubblicazione per Bao Publishing, ha avvicinato tantissimi neofiti al fumetto. A tal proposito Roberto La Forgia spiega:

Io non ho scelto di fare autoproduzioni. Per me era importante perché volevo vedere i miei lavori stampati anche se il tratto non era maturo, per vedere in primis come funzionava sulla pagina e poi per far girare un po’ i miei disegni.

E, dal canto suo, Francesco Cattani aggiunge:

Se uno vuol pubblicare le sue storie è perché vuole farle leggere a più gente possibile, quindi è chiaro che, a un certo punto, o metti in piedi una struttura e diventi imprenditore oppure devi affidarti a un editore.

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Sara Pavan ribadisce però che molti autori, al contrario, non hanno mai pensato di raggiungere un editore, prendendo a esempio i ragazzi di Stranedizioni, che hanno come scopo quello di produrre libri con serigrafia e che mettono davanti la qualità alla diffusione.

In seguito è stato a preso a esempio Gli Intrusi, opera di Pasquale e Antonio La Forgia edita da Coconino, a cui i due autori si erano proposti con l’idea di non vivere di sole autoproduzioni. Ne è nato un progetto per cui i fratelli La Forgia, tramite delle storie inventate, hanno mostrato a un pubblico più ampio le bellezze della provincia di Bari. Si sottolinea poi l’importanza dell’editor come figura di riferimento e la mancanza di questo ruolo in molte delle case editrici italiane di fumetti.

Infine, alla nostra domanda riguardo alla tecnologia e ai suoi possibili utilizzi nell’ambito dell’autoproduzione, Sara Pavan risponde:

Secondo me i giovani in Italia sono refrattari alla tecnologia perché non riesco a spiegarmi il motivo per cui i nuovi fumettisti facciano ancora il proprio blog su una piattaforma vecchia come Blogspot. Oggi farsi un blog su Blogspot e non un portfolio su Cargo Collective è stupido. Poi la maggior parte delle realtà ha un forte attaccamento al copyright, cioè ci sono persone che non pubblicano su internet per paura che gli venga rubata l’idea. Gli unici per ora che stanno cercando di fare un buon lavoro sul web sia per trovare degli autori sia per pubblicare sono il collettivo LÖK ZINE (non ho capito, chiederò conferma a Sara). Loro fanno un buon uso di Facebook, selezionano gli autori, realizzano i PDF che poi sono interamente scaricabili, mentre gli altri sono rimasti in una dimensione un po’ retrò.

E così mentre si conclude la chiacchierata, non rimane che dare un ultimo sguardo alla mostra Il potere sovversivo della carta (al Museo del Fumetto di Milano fino al 26 ottobre) e dare un ultima sfogliata all’ampia scelta di fumetti autoprodotti presenti.

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