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Il presepe

Creato il 16 dicembre 2011 da Pioggiadinote

Il presepe

…Io, io!!!, i bambini si affollano intorno alla maestra che ha appena offerto loro in dono il presepe realizzato artigianalmente dalla classe nei giorni antecedenti il Natale, ormai trascorso. Chi lo vuole? Me ne sto in disparte pensando che lo avrei voluto anch’io, è come un piccolo villaggio in miniatura, ma non posso volerlo. Perciò taccio. Con slancio, come colta da un’illuminazione, la maestra si risolve, Ecco, allora lo diamo a T. che è stata in disparte e non ha chiesto niente! Un tuffo al cuore, ma di paura! Che ne sai, tu. Io non posso tornare a casa con un presepe, ma non ho il coraggio di dirlo. In più, gli altri bambini protestano vivacemente. La fortunata! La prediletta! Lei non lo voleva, perciò non lo ha chiesto!

Con il cuore gonfio di angoscia, alla fine delle lezioni, mi avvio sul viale alberato con la mia cartella sulle spalle e il villaggetto con le pecore tra le due mani. Intorno a me le mie amiche saltellano, ma se non siete neanche cattolici! Che te ne fai! Io settenne come loro penso, guarda io saprei benissimo cosa farne, al limite un bellissimo gioco, ma devo fare la parte di quella che si è meritata questo dono grazie alla propria modestia perciò non posso dartelo, anzi tappati la bocca che è meglio, i miei problemi sono solo all’inizio. Ma taccio.

Così rientro e subito colgo lo sguardo scandalizzato dei miei genitori alla vista dell’oggetto, non potevi dire che noi non ci crediamo, e io rossa in viso tento di spiegare, non lo volevo ma la maestra me l’ha dato perché ero l’unica a non volerlo, e penso, a parte che lo vorrei, ma non lo posso dire.

Le settimane trascorrono e quel bellissimo villaggetto resta in camera confuso tra i giocattoli, sulla scrivania o altrove, lo osservo di soppiatto e vorrei tanto farne un gioco o studiarlo, ma ostento indifferenza assoluta. In quell’indifferenza il presepe sopravvive finchè, abbandonato su un calorifero e ormai coperto di polvere, verso primavera, non prende la strada della pattumiera. Ma senti, lo butto via questo, tanto non ve ne fate niente, va bene, ma ero tristissima e non vedevo l’ora di compiere diciott’anni.

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