Renzi mi sta facendo paura.
Egocentrico, pieno di se stesso, spavaldo, arrogante, autoreferenziale, presenzialista, bugiardo, sta alimentando tutte le mie più pessimistiche previsioni.
È un manipolatore di notizie, e Filippo Sensi, il suo spin doctor -consulente incaricato di “costruire” l’immagine del personaggio politico – lo ha indottrinato per bene.
Ha la parlantina facile e sciolta del piazzista, gli slogan che hanno studiato per lui sono immediati ed efficaci (altro che “giaguaro da smacchiare” e “bambole da pettinare” che Manuel Gotor aveva suggerito a Bersani). Il personaggio è completamente costruito, quindi falso.
Nulla è lasciato al caso: ogni parola è misurata, ogni gesto calibrato, la comunicazione è solo apparentemente semplice ed accessibile per essere compresa anche dai meno acculturati, però efficace , si propone come persona decisa sulla quale fare affidamento, ma il tutto è solo frutto di un attento calcolo volto a presentare “un’impressione “, non una realtà.
Con il suo “chiodo” alla Fonzie o la sua giacchetta spesso slacciata, le mani in tasca come un qualunque buzzurro, vorrebbe trasmettere un’immagine rassicurante, ma questa è in contraddizione con l’aria proterva con la quale accompagna questo atteggiamento.
Come ha scritto Marcello Foa nel suo saggio “Gli stregoni della notizia “, Renzi applica in pieno le strategie della comunicazione, specialmente se sottoposto ad attacchi da parte degli avversari politici in caso di scandali:
1) negare
2) se non è possibile negare, minimizzare
3) se non è possibile mimizzare, screditare
4) se non è possibile screditare, distrarre.
Ed è quello che, nell’ordine, ha fatto nel caso “Banca Etruria”.
Quando alla fine il bubbone è scoppiato, ha utilizzato il quarto sistema, la distrazione: prima ha parlato di abolire le sanzioni alla Russia, in modo da apparire come l’unico leader “forte” europeo in grado di opporsi alla Merkel. Però questo ha funzionato solo in Italia, in quanto il suo peso politico in campo internazionale è quasi nullo. La sua intervista al Financial Times infatti è stata abbondantemente citata in Italia, mentre la Germania nemmeno l’ha considerata. Così però l’opera “distrazione” si è compiuta, scalzando il problema Banca Etruria dai titoli di testa dei quotidiani nostrani. Subito dopo c’è stata l’inaugurazione della variante di valico, opera della quale si è preso indebitamente il merito, pavoneggiandosi come un tacchino. Ed il giorno seguente Pompei il restauro di sei Domus, il che gli ha permesso di recitare l’ennesima tiritera sull’Italia che risorge dalle rovine.
Frasi fatte, ma di grande effetto che lo promuovono come grande affabulatore, di molta forma ma pochissima sostanza.
Non dimentichiamo poi l’intervento in tuta mimetica, (per giunta indossata sopra i jeans) il che però gli si è ritorto in parte contro, in quanto molti hanno ricordato che è stato esentato dal servizio di leva e che l’unica divisa da lui indossata è stata quella del boy scout. (Per non parlare di chi lo ha paragonato al soldato Palla di lardo del film “Full metal jacket ” succubo del sergente Hartman ).
Inoltre le balle, che spara con la più grande faccia tosta. Ho già scritto della variante di valico, ma tutta questa insistenza ottimistica sull’Italia che riparte e che viene costantemente ripresa dai mass media fa pensare che viviamo nel migliore dei mondi possibili, ma puntualmente l’impressione viene smentita dai fatti e dai dati di Codacons, dell’Istat , della CGIA di Mestre.
Mi ricorda un piccolo Mussolini, anzi Bonito Napoloni, visto il lato grottesco di questo personaggio, mento alzato e petto in fuori.
In poche parole, di questo individuo c’è poco o nulla da fidarsi.
E poi c’era chi parlava di Berlusconi…
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