Giuliana ha deciso che vuole scatenare la guerra e ci gira un post di apparso su Giramenti che commenta un articolo di affaritaliani.it. [Qui trovate la discussione che ne è scaturita sul nostro gruppo FB.]
In pratica Newton Compton, dopo i libri a 9,90, vuole vendere quelli a 99 centesimi. Seneca eh, Fizzgerald, Gein Ostin, mica razzi e mazzi.
Ora che io abbia riserve sui i libri di NC per vari motivi è cosa nota (me ne frego che il libro costi 3 euro se mi si staccano le pagine e se tutte le volte che devo cancellare una sottolineatura vengono via le parole). La cosa che mi ha fatto scompisciare è la motivazione: vogliono competere con gli ebook proponendo il cartaceo allo stesso prezzo. Ora, se già spesso e volentieri gli ebook fanno schifo, potete immaginare, a quel prezzo, se ci aggiungiamo i costi del cartaceo. Ma devo aspettare di averli in mano prima di giudicare, quindi lasciamo perdere la qualità.
Il punto che mi stona è proprio il ragionamento di fondo: suona tanto come ‘visto che le carote costano 1 euro al chilo, noi venderemo i carciofi a 0,99′. Non c’entra che il prodotto sia diverso, il mezzo sia diverso, i costi siano diversi, la distribuzione sia diversa. L’importante è che il prezzo sia basso, a qualsiasi costo, anche se poi quello che pubblichi non interessa a nessuno visto che se voglio leggermi Jane Austen senza spendere vado in biblioteca, o me lo scarico aggratis in lingua se ho il lettore. L’importante è che costi poco, che il resto del cliente non rimanga nelle sua tasche ma finisca in quelle dell’editore per un prodotto di scarsa qualità e perfettamente inutile, dal mio punto di vista.
Ah, un cliente, vuole una brioche? Guardi costa solo 33 centesimi. Fa schifo? Lo so, ma costa meno di un caffè! Un affarone!