Il premier confonde il suo ruolo con quello del Presidente della Repubblica a Capodanno
Venerdì 20 Maggio è andata in onda sui principali telegiornali nazionali italiani un’ intervista a Silvio Berlusconi riguardante i risultati delle recenti amministrative ed in particolare i ballottaggi relativi a Milano e Napoli. Sono stato impreciso, scusate. Non si tratta di “un’ intervista” sola bensì di 5 interviste distinte del TG4, TG1, TG5, TG2 e Studio Aperto. L’ impressione però è stata quella di un’ unica intervista a reti unificate, evento mediatico tipico dell’intervento del Presidente della Repubblica per capodanno: stesse domande, o per meglio dire stesso monologo, perché si sa che il Premier ama le interviste “Marzulliane” della serie “Fatti una domanda. Datti una risposta”, stessa inquadratura, stessa scenografia, stessa fascia d’orario:
- Studio Aperto 4′41”
- TG4 3′56”
- TG5 2′40”
- TG1 3′34”
- TG2 2′16”
Lo "spot" incriminato
Non è la prima volta che il Premier ricorre al potente mezzo mediatico televisivo trasformando il proprio studio in un intimo set aperto al pubblico, bandiere in bella vista, e logo del partito che fluttua magicamente sullo sfondo. Ciò che fa discutere in questo caso non è solo il tempo dedicato al leader di maggioranza, ma la modalità ed i contenuti delle interviste: un vero e proprio spot ricco di promesse populiste, demagogiche, atte a diffondere la paura delle minoranze etniche, dello “straniero invasore”, a far sperare in un futuro con meno tasse, più ricchezza, più servizi, più lavoro e “chiu pilu pi tutti“1.
Per fortuna però l’ AGCOM, l’Autorità Garante per le Telecomunicazioni, ha multato le redazioni dei cinque telegiornali: 250 mila euro (il massimo previsto per legge, poiché recidive) è la multa riservata al Tg1 e al Tg4, 100 mila euro invece al Tg2, al Tg5 e a Studio Aperto di Italia Uno.
Anche se le cifre possono sembrare da capogiro per un comune mortale, è ragionevole pensare che per una emittente televisiva o per un partito politico queste cifre possano essere un investimento ben ripagato, specialmente visto che l’abuso in alcuni casi è recidivo.
1Frase tipica di “Cetto La Qualunque”, caricatura del politico medio interpretato da Antonio Albanese, che promette più donne per tutti durante i suoi comizi.