Pensavo che sarebbe rimasto un sogno, che per quanto con gli anni la silhouette tendesse ad ampliarsi, per quanto con il tempo avrei finito per mimetizzarmi con foche e balene, non sarei mai riuscita a tuffarmi nelle acque del Pacifico. Ma la meraviglia di un territorio ricco di baie, cale e anfratti ha reso possibile la coranazione di quel sogno che sembrava destinato a rimanere nel cassetto. Non mi ero ancora lamentata abbastanza del supplizio di Tantalo costituito dalle meravigliose spiaggette che costeggiano l’isola quando un invito provvidenziale mi ha permesso di scoprire un angolo nascosto del lower Vancouver Island: Coles Bay.
Grazie alle doti investigative di un’astuta connazionale, di cui per ora non rivelerò l’identità, ho finalmente scoperto la spiaggia con le temperature più elevate della zona ed ho potuto buttarmi in acqua, o meglio lasciarmi dolcemente scivolare nelle acque tranquille della baia.
I fondali bassi e una giornata particolarmente calda e soleggiata hanno fatto il resto e così domenica 3 agosto ho fatto il primo bagno nel Pacifico, non in mare aperto, ovviamente, ma in una meravigliosa baia, protetta da un fitto bosco di conifere. Alla spiaggia si accede tramite un breve sentiero, così anche i più pigroni possono fare un po’ di movimento prima di spaparanzarsi sulla spiaggia. Sulla spiaggia, attenzione, non sulla sabbia, perché di sabbia ce n’è pochina. Coles bay mostra i segni dell’ultima glaciazione, con i solchi lasciati nelle rocce che emergono sul litorale.
Il fondale marino mostra la sua vivacità ai turisti distratti, a quelli abituati al confort dei fondali sabbiosi. Conchiglie, resti di crostacei e i famosissimi “barnicles” formazioni assai comuni in questi specchi di mare, si alternano e ricordano al bagnante che le scarpette da mare non sono solo un capriccio delle madri iperprotettive. In questo caso, ci vogliono. Per potersi avventurare sul litorale non basta la buona volontà, le suole di gomma sono un valido aiuto per “navigare” questo litorale selvaggio. Nelle giornate più calde l’acqua, una volta superato l’impatto iniziale, è piacevole e la bellezza del paesaggio ripaga dello sforzo.
In quest’estate victoriana, dopo il bagno a Cowichan Lake sto diventando leggermente meno fifona e poi l’amore per il mare, rimasto invariato negli anni trascorsi lontano dal Mediterraneo, ha avuto il sopravvento. Guardare per credere. Non mi riconoscete? Per forza, il mio consorte, amante delle miniature medievali, ha voluto ricreare l’effetto dei codici miniati sullo sfondo della natura incontaminata della West Coast ed eccomi trasformata a scala infinitesimale.
Potreste pensare che abbia nuotato a lungo per arrivare fin laggiù, ma in realtà il fondale è molto diverso da quello ligure e per poter fare qualche bracciata senza scorticarsi braccia e gambe bisogna camminare parecchio, cosa veramente piacevole per chi vuole acclimatarsi a poco a poco.Il primo bagno non si scorda mai, così come non si scorda il primo picnic in compagnia di un simpaticissimo gruppo di italiani. Visto che non è stato solo l’Ordano, quello di Genoa Bay, ad approdare da queste parti? Ora è la ricerca scientifica e il desiderio di una vita meno stressante a spingere i nostri connazionali ad approdare sull’isola, ma di questo ne parleremo un’altra volta.