La storia del Risorgimento, così importante per il nostro Paese, ci racconta non solo di uomini intrepidi e di tamburini sfortunati ma anche di donne che hanno utilizzato la loro bellezza ed intelligenza per una nobile causa, come fece Virginia Oldoini, Contessa di Castiglione, cugina di Camillo Benso Conte di Cavour: sedusse l'Imperatore Napoleone III, convincendolo ad un'alleanza franco-piemontese e a partecipare alla guerra contro la Crimea.Era bellissima (fu definita una statua di carne), intelligente, amante dell'intrigo e dello spionaggio, della vita di corte e del lusso.
Non la considero certo una "martire" della causa ma mise in gioco se stessa per un'idea politica e per quanto il cugino stava "tessendo".
Diverso è quanto sta accandendo ora in quello che è diventato il Paese che Cavour aveva in mente: non siamo alla vigilia di una guerra d'Indipendenza o dello sbarco dei Mille o della breccia di Porta Pia. Stiamo raccogliendo i frutti di 30 anni di tv commerciale: l'edonismo ed il luccichio degli anni '80 ci hanno inseguiti, quasi braccati, restituendoci un'immagine distorta della nostra realtà. Siamo se consumiamo, siamo se appariamo. siamo se ci omologhiamo: tutte con le stesse labbra, le stesse tette, la medesima mancanza di dignità, il cervello soffocato dalle note di un pifferaio malvagio, che si prende l'anima per restituire immondizia.
Queste sono le donne e donnette che hanno goduto alla corte di un imperatore che si riflette in uno specchio rotto e che nella giovinezza delle sue giovani e giovanissime accompagnatrici trova l'energia per camuffare la sua decadenza, fisica e mentale.
I miei anni '80 mi hanno vista adolescente e 30 anni dopo donna e madre consapevole della propria forza e della propria fatica. L'immagine che mi rimanda lo specchio si chiama dignità ed è ciò che ho insegnato, e che continuerò a fare, ai miei figli.Ecco il motivo per cui ho aderito all'iniziativa di Merenda Sinoira, "Liberiamoci del Maiale". Perchè non vorrei mai che fra trent'anni mia figlia mi dicesse "Ma tu dov'eri mentre veniva mandato al macero il mio futuro?".E quindi, prima di scendere in piazza con pentole e cartelli, preparatevi questo Filetto di Maiale in crosta con riduzione di Refosco dal Peduncolo Rosso: perchè un maiale non è sempre un porco ;)Ingredienti800 gr di filetto di maiale mondato dalle impurità, un rotolo di pasta sfoglia, 200 gr di foglie di spinaci freschi, una decina di fette di speck, 200 gr. di refosco dal peduncolo rosso, un uovo, uno scalogno, un paio di spicchi d'aglio ed un mazzetto di erbe aromatiche.
Procedimento
Rosolare il filetto di maiale con dell'olio extravergine, un paio di spicchi d'aglio schiacciati, il mazzetto aromatico. Mettere da parte e lasciare raffreddare.Nella medesima padella saltare per qualche minuto gli spinaci. Mettere da parte e lasciare raffreddare.In un pendolino in rame o dal fondo pesante far ridurre il vino di oltre la metà, aggiungendo uno scalogno intero per rendere il gusto un po' più morbido.Srotolare la pasta sfoglia, adagiare le foglie di spinaci su metà della superficie, metterci sopra le fettine di speck, posizionare il filetto ed arrotolare il tutto, spennellando la superficie del rotolo con dell'uovo sbattuto.Mettere nel forno statico già caldo a 200° fino a doratura della superficie della pasta. Sfornare e lasciar raffreddare.Servire tagliato a fettine, con un po' di spinacine spadellate (o una fresca insalata) e con la riduzione del vino.