Tutto come una volta, proprio quando da bambino mi accingevo ogni anno, dopo un’estate sfrenata passata a giocare a pallone dalla mattina alla sera, a ritornare tra i banchi di scuola con un leggero mal di pancia. Come è successo oggi, leggermente emozionato per l’inizio di questo mio sogno a stelle e strisce targato Rai Corporation. Quasi faccio tardi già il primo giorno per colpa della linea 3 della subway che non vuole saperne di partire dalla fermata 148th di Harlem. Alla fine riesco ad arrivare giusto in tempo, pronto per salire al 25esimo piano del palazzo della at&t insieme alle mie compagne di stage (Giulia, Paola, Patrizia, Laura, Clea e Teodora: eh lo so, proprio beato tra le donne!). Giunti a destinazione ci imbattiamo subito nella scritta Rai Corporation, ad avvertirci che stiamo entrando in una sorta di Little Italy televisiva nel cuore di Manhattan. Ad accoglierci è Donatella, che ci porta in una stanza per spiegarci cosa faremo durante questa prima giornata di orientamento. Uno dopo l’altro ci vengono a parlare i responsabili delle varie sezioni per darci ognuno la propria panoramica sul lavoro che in gruppi separati – tra ufficio corrispondenza, client and services e Rai Italia – ci troveremo a svolgere. Le idee pian piano cominciano a schiarirsi, però manca ancora qualcosa per realizzare di essere stati selezionati davvero come stagisti a Rai Corporation. Ce ne rendiamo conto non appena saliamo sul terrazzo dove i giornalisti fanno gli stand-up e dove i vecchi interns si mettono in posa per immortalare uno dei momenti più entusiasmanti della loro vita: aver fatto parte di un sogno chiamato New York. Osservare in lontananza il ponte di Manhattan e di Brooklyn, l’Empire State Building e il Chrysler Building, lanciare uno sguardo sul fiume Hudson e immaginare - ora come nove anni fa - l’atmosfera di terrore che si respirava mentre le due Torri gemelle implodevano su se stesse, ti toglie il respiro e ti fa pensare: alla fine ce l’ho fatta, il sogno è diventato realtà, adesso non resta altro da fare che rimboccarsi le maniche e mettercela tutta. Tanto è solo l'inizio.
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Tutto come una volta, proprio quando da bambino mi accingevo ogni anno, dopo un’estate sfrenata passata a giocare a pallone dalla mattina alla sera, a ritornare tra i banchi di scuola con un leggero mal di pancia. Come è successo oggi, leggermente emozionato per l’inizio di questo mio sogno a stelle e strisce targato Rai Corporation. Quasi faccio tardi già il primo giorno per colpa della linea 3 della subway che non vuole saperne di partire dalla fermata 148th di Harlem. Alla fine riesco ad arrivare giusto in tempo, pronto per salire al 25esimo piano del palazzo della at&t insieme alle mie compagne di stage (Giulia, Paola, Patrizia, Laura, Clea e Teodora: eh lo so, proprio beato tra le donne!). Giunti a destinazione ci imbattiamo subito nella scritta Rai Corporation, ad avvertirci che stiamo entrando in una sorta di Little Italy televisiva nel cuore di Manhattan. Ad accoglierci è Donatella, che ci porta in una stanza per spiegarci cosa faremo durante questa prima giornata di orientamento. Uno dopo l’altro ci vengono a parlare i responsabili delle varie sezioni per darci ognuno la propria panoramica sul lavoro che in gruppi separati – tra ufficio corrispondenza, client and services e Rai Italia – ci troveremo a svolgere. Le idee pian piano cominciano a schiarirsi, però manca ancora qualcosa per realizzare di essere stati selezionati davvero come stagisti a Rai Corporation. Ce ne rendiamo conto non appena saliamo sul terrazzo dove i giornalisti fanno gli stand-up e dove i vecchi interns si mettono in posa per immortalare uno dei momenti più entusiasmanti della loro vita: aver fatto parte di un sogno chiamato New York. Osservare in lontananza il ponte di Manhattan e di Brooklyn, l’Empire State Building e il Chrysler Building, lanciare uno sguardo sul fiume Hudson e immaginare - ora come nove anni fa - l’atmosfera di terrore che si respirava mentre le due Torri gemelle implodevano su se stesse, ti toglie il respiro e ti fa pensare: alla fine ce l’ho fatta, il sogno è diventato realtà, adesso non resta altro da fare che rimboccarsi le maniche e mettercela tutta. Tanto è solo l'inizio.
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