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Il primo porno non si scorda mai

Creato il 11 giugno 2014 da Zero @zeroblogtw

Sul fatto che “il primo amore non si scorda mai” potrei intavolare una lunga discussione. Non nego di ricordarmi qualche dettaglio anch’io, ma in sostanza quello che mi è rimasto più impresso della mia prima cotta è che, alla fine, quella stronzetta tredicenne non mi ci è mai stata, neanche per una misera limonata a ricreazione. Quello di cui sono sicuro invece è che il primo porno che vidi me lo ricordo ancora a memoria, inquadratura dopo inquadratura.

In classe con me c’era uno strano tipo del sud Italia, credo venisse da Caserta o da un posto del genere, lo chiameremo Luigi. I suoi costanti e pirotecnici tentativi di farsi accettare dal resto della classe, combinati alla sua ridicola cadenza, lo rendevano ai più un ragazzino da evitare. Si può essere davvero cattivi a quell’età. Col senno di poi, non se la passava affatto bene il nostro Luigi, considerando inoltre che quello era il suo quinto anno di scuole medie, ma a forza di tentativi trovò un infallibile metodo per conquistarci tutti.

Mi chiedo ancora dove tenesse quella roba e soprattutto come se la procurasse, fatto sta che un bel giorno si presentò in classe con lo zaino pieno zeppo di materiale pornografico. La pubertà, per noi della IIIA, non fu più la stessa.

Googling

Il porno qualche anno dopo

Durante l’ora di religione nascondevamo riviste hot all’interno della bibbia e sfogliavamo eccitati come cani in calore le pagine sgualcite di quei reperti storici passati per le mani di chissà quanti depravati prima di noi. Il preferito del mio compagno di banco era quello con le asiatiche che si infilavano attrezzi da giardino nella passera: il nonsense lo appassiona tutt’ora. Poi all’inizio del secondo quadrimestre il prete ci prese con le mani nel sacco, o forse nel pacco, se volessimo fare dell’ironia. Praticamente tutti i maschi della nostra classe vennero portati a giudizio davanti al preside, leader maximo della nostra prigione di carta. Il vecchio ci rimproverò, ma neanche troppo, poi i giornali sparirono, prelevati dal professore di religione stesso. Arrivarono lettere a casa e in pochi giorni diventammo gli zimbelli della scuola. Quelli delle altre classi cominciarono a trattarci da eroi ed ogni occasione era buona per chiederci se qualcosa era rimasto nascosto sotto i banchi o negli armadietti. Ci sentimmo sporchi, ma durò poco. Noi eravamo quelli che avevano subordinato la prima guerra mondiale alla guerra ormonale, dei veri bulletti. Seguirono pipponi interminabili e pressappochisti da parte di tutto il corpo docente, ricordo ancora vividamente una prof che ci disse: “La pornografia è malata perchè costruisce delle false aspettative su quello che poi realmente il sesso è, una cosa bellissima se fatta con amore”. Sarei un’ipocrita se affermassi che quella prof aveva ragione, ma non lo sarei affatto se dicessi che dopo quel discorso un po’ tutti avevamo intenzione di farcela, in particolare il mio compagno di banco, quello delle asiatiche appassionate di giardinaggio.

Verso la fine dell’anno, in prossimità degli esami, i porno erano ormai tabù nella nostra scuola. Un giorno Luigi mi si avvicinò, aveva un sorriso più ebete del solito: “Uei! Guarda che ti ho portato!”. Non ho mai capito perché proprio a me, forse voleva conquistare la mia amicizia, forse si era reso conto che mi stava sulle palle come pochi. Prese in mano la brutta copia di uno zaino Invicta Jolly e ne estrasse quello che all’apparenza mi sembrò un cd musicale: “Me lo ha masterizzato mio cugino! Divertiti!”. Presi il disco con sospetto, c’erano disegnate tre stelline sopra, nient’altro. Tornai a casa insieme ad un paio di amici che eviterò di citare. I miei erano a lavoro così ci chiudemmo in camera mia, dove tenevo il vecchio caro Packard Bell. Inserii il disco nel lettore e il player si avviò. All’epoca era raro vedere video su di un computer, ancor più raro se si trattava di film porno. “Rocco e le top model” recitavano i titoli di testa.

Quello che accadde nella mezz’ora successiva non credo sia necessario raccontarlo, vi rovinerebbe la giornata. Sul monitor a tubo catodico passavano in successione “modelle” di tutte le razze che venivano abilmente montate da stalloni di tutte le dimensioni. Quella per noi era fantascienza. Quel giorno credo di aver provato le stesse sensazioni che provarono gli spettarori alla prima de “L’arrivo di un treno alla stazione di Ciotat” dei fratelli Lumiere. Nel video che stavamo guardando però non c’erano locomotive che sfondavano lo schermo, delle cose venivano sfondate è vero, ma di certo non erano schermi.

Sono passati più di dieci anni da quel fatidico pomeriggio ma ancora lo ricordo come fosse ieri. Non so’ se i porno hanno implicato realmente il mio sviluppo e le mie relazioni sentimentali, ma di certo se tornassi indietro schiaccerei play mille volte e mille volte ancora senza pensarci un secondo. Oggi i video me li gusto in HD e senza bisogno di supporti fisici, a casa come in viaggio, al pc come con lo smartphone. Vi confesso però che dentro il cassetto della mia scrivania, custodito come un tesoro raro, tengo ancora quel cd-rom. Forse un giorno lo inserirò di nuovo nel lettore e per qualche minuto tornerò ragazzino, quando il sesso vero era ancora un’utopia e le tute acetate le mettevi senza vergogna.

Luigi ogni tanto lo incontro al bar, ci salutiamo a malapena, ma forse la prossima volta gli offrirò una birra, se la merita tutta.

Grazie Luigi

Piccoli tesori nel cassetto

Andrea Mercurio 2014


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