Il turboespansore, costato circa un milione e mezzo di euro, utilizza il primo salto di pressione del gas metano tra la rete nazionale e quella gestita direttamente dall’Amag. Turbine e generatori elettrici sostituiranno le normali valvole utilizzate comunemente. La potenza generata sarà di 320 kW. L’impianto verrà però affiancato da un cogeneratore (calore ed energia) da 410 kW elettrici e 490 kW termici.
Grazie a questo progetto innovativo si potrà produrre in modo semplice e continuo energia e calore per soddisfare il fabbisogno di mille famiglie, con un gran risparmio nell’erogazione di gas metano.
Il progetto beneficia di incentivi statali spalmati per i prossimi quindici anni, grazie ai quali l’impianto si potrà ripagare in un paio d’anni.
L’olio vegetale utilizzato dal cogeneratore per produrre calore dovrebbe provenire da terreni altrimenti incolti (2000 ettari circa) in modo tale da aiutare il settore dell’agricoltura. In questo modo si eviterà di immettere nell’ambiente 700 tonnellate di anidride carbonica all’anno.
Il turboe. Grazie al brevetto nazionale l’Amag potrà vendere la tecnologia e costruire decine, se non centinaia di questi turboespansori, creando un vero e proprio business attorno all’innovazione energetica.
Il progetto non si ferma qui. Il Presidente Lorenzo Repetto è pronto a raddoppiare: si sta infatti già pensando ad un turboespansore dall’altro capo del Comune di Alessandria, a Litta Parodi. E poi si parla di colonnine per la ricarica delle auto elettriche da installare vicino ai concessionari d’auto di Spinetta Marengo.