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Il principio di auto-creazione, dell’individuo chiuso nel proprio cerchio sacro.
Creato il 18 aprile 2012 da TnepdLa ricetta vincente, per questi signori, è quella di un facile collettivismo. Una vita unica e irripetibile, tra le spire di “gruppi”e “gruppetti” ( i quali donano sicurezza psicologica in misura inversamente proporzionale a quanto tolgono al singolo, in fatto di auto-determinazione) , si perde nell’oceano di altre vite, che hanno compiuto la medesima scelta di inautenticità. Non stanno insieme perché autenticamente lo vogliono, tutte queste ombre di umanità. Non stanno insieme, perché hanno chiaro il quadro d’insieme, ognuno dei propri moventi e delle proprie scelte. No. Stanno insieme, semplicemente perché da qualche parte hanno tutti in comune una cosa: la paura. E’ questo, il quadro che ritrae efficacemente, perlomeno a mio avviso, il livello di sviluppo spirituale, nel quale è immersa una grande maggioranza degli individui di questo mondo. E in questo caos di gente che pretende di ottenere sicurezza dalla presenza degli altri ( è questa la forma mentis dominante di quella che ci ostiniamo a chiamare “realtà” ), il padrone o i padroni di turno, la pretendono a loro volta da tuttti quelli che hanno abdicato alla propria “difficile” libertà”, in cambio della sua/loro protezione…Ma questa non è in alcun modo un livello spirituale che possa manifestare nel mondo una forma di democrazia, o di libertà qualunque, AUTO-CONSAPEVOLE…
“L’uomo non deve trovare se stesso”. Questo, l’imperativo di ogni burattinaio. Ma anche naturalmente, l’imperativo coltivato in fondo in fondo da ogni “burattino per vocazione”; da ogni uomo che sia perennemente alla ricerca di una via di fuga da se stesso.E i gruppi, grandi o piccoli che siano, son sempre una ricca fucina di burattini di ogni tipo. Il rapporto servo-padrone, lo ripeto, è na dinamica relazionale. Ovvero, da “qualche parte”, è il frutto di un accordo tra le parti ( perlomeno implicito ).I regimi , di qualsiasi fazione o matrice, partono tutti da un ineludibile assioma di natura spirituale. Lo so che non sembrerebbe; ma a mio avviso le cose stanno proprio così.D’altronde, la maggior parte delle persone è convinta che la nostra prigione dei 5 sensi sia la porta per tutto ciò che E‘ degno di attenzione, e perciò di essere chiamato “reale”. Fatalmente, ma inevitabilmente, lo stesso genere di persone che la vede a questo modo, cerca poi puntualmente, come una trottola, la soluzione a ogni problema della vita, nel mondo là fuori. La medesima tipologia di persone, non si guarda cioè mai dentro, alla ricerca di una soluzione per i problemi che attenagliano questo mondo. Del resto, non è per questo che hanno abdicato al severo compito di diventare se stessi, in favore di un qualche dittatore ideologico, credo religioso, o convinzione politica?“L’uomo non deve trovare se stesso”. Così la pensano, dietro gli slogan talismanici, e le continue stregonerie della persuasione a “reti unificate”, coloro che della propria vita hanno fatto un opera di asservimento e controllo della vita degli altri. Al giorno d’oggi, data l’evoluzione dei mezzi “psicologici e tecnologici”, di coercizione della volontà individuale, i burattinai possono anche proclamare indisturbati : “L’essere umano non deve neppure essere più in grado di ricordarsi, di avere avuto un tempo una missione; e una missione strettamente personale, unica e indelegabile. Solo in questo modo, può costantemente identificarsi con una oggetto, un pezzo di materia, un meccanismo, un robot. Fondamentalmente, una marionetta”.A vedere le cose da questa prospettiva, ci accorgiamo allora che la peggiore, e purtroppo più efficace, tra le guerre ai danni dell’umanità, è quella condotta da tempo immemore ( ma certo intensificatasi negli ultimi decenni ) contro la psiche dell’essere umano. Del singolo. Qui palaimo di individui, lo ripeto. Sono individui alienati da loro stessi, che poi danno vita a una società tanto sgangherata e fondata sulla paura di stare soli, come quella in cui siamo immersi…Quella che incautamente chiamiamo “collettività”, per come almeno vedo le cose io, è oggi una “summa” di individualità inconsapevoli, de-centrate e squilibrate, che inseguono il miraggio della sovranità psichica su loro stessi, ma impartendo ordini e controllandosi gli uni gli altri.Niente di più assurdo; nient di più lontano, dalla realizzazione spirituale. Eppure continua ad accadere. E sono migliaia di anni, che va avanti questo teatrino. Una forma di “disperazione organizzata”, in cui tutti sono nessuno, e nessuno è se stesso. La condizione ottimale perchè a livello di istituzioni il quadro generale degeneri in una forma di controllo totale, impartito con il biberon o lo stivale ( o con entrambi ) , dall’alto. L’essere umano strepita per appartenere, a qualcosa o qualcuno (fuorché a se stesso). Rincorre l’accettazione di una massa qualsiasi, per elemosinare, in un “sorriso vincolato alle regole di un gioco di strategia”, dall’esterno, una minima conferma del suo diritto di esistere. Quel che è peggio, “del suo personale valore”…Ma dietro un colore, un credo, un squadra di calcio o una moda di vestiario, si nasconde la più antica delle paure, fomentata dalla peggiore delle ignoranze: la paura, che l’uomo reprime dentro, della propria missione di unicità.Quello che l’uomo impara a decodificare come realtà, diventa appunto questo: realtà. Ad oggi, siamo ancora persuasi che possa essere “normale”, “valido”, vero, e perciò collettivamente reale, intendere la vita come una piramide o una scala, lungo le quali controlliamo o subiamo la volontà altrui….E’ così che viviamo, invece di abbracciare una visione olarchica di quel TUTTO, di cui ogni essere umano ( e in realtà ogni altra forma di esistenza ), uno specchio fedele. Invece di emancipare e portare a piena espressione, unicamente la nostra volontà, il nostro spirito critico, il nostro modo di sentire la vita, fuggiamo tutta la vita in braccio a qualche gruppo o setta con un leader che ci dice cosa diavola farne, della nostra preziosa unicità. Ma i cosiddetti leader, e non potrebbe essere altrimenti, sono capaci solo di risposte “valide per tutti” . Per il resto, impartiamo o subiamo ordini. E questa pattumiera di emozioni dense ( come la paura e il desiderio di dominio ), camuffate da normalità, continuiamo a chiamarla “vita”….. Credete forse che una persona che passi la vita a imporsi agli altri, che dipenda psichicamente dal controllo che è capace di esercitare sugli altri, possa dirsi, in senso pieno “INDIVIDUO”? A mio avviso, non solo la risposta a questa domanda è un fermo NO. Ma addirittura nella misura più assoluta, un essere che fonda il proprio equilibrio sul fatto che gli altri abdichino alla propria volontà, al proprio potere personale, in suo favore, dovrebbe essere curato prontamente, e in apposite strutture sanitarie, invece che essere messo alla guida di governi, coorporazioni nultinazionali, mega-banche, istituzioni religiose che si arrogano il diritto di promulgare principi morali “validi per tutti”, etc. etc.( cosa che, invece, spessissimo, è proprio ciò che accade ). Una persona che passa la vita a dire agli altri come essi debbano comportarsi, a cosa essi debbano credere, a cosa debbano mirare, e come debbano vivere, è una persona che in realtà non ha la minima percezione di se stesso, in qualità di INDIVIDUO. La persona dedita al dominio, da certamente l’impressione, di avere quella che si chiama una “forte personalità”. Ma a scavare appena sotto la scorza, O a scostarla un attimo da tutti i dannati riflettori, una tale persona è solo un ennesimo “camaleonte senza volto” . Una maschera, uno specchio vuoto, al servizio di un potere estorsivo ancora più grande del suo. Decodificare la realtà in forma di “scala”, o “piramide”, ha un suo prezzo.L’uomo medio…..L’ingegneria sociale la sa lunga, sull’uomo medio. Molto più “lunga”, di quanto l’uomo medio potrà mai “saperla”, su se stesso. Questi signori, che amano trattare l’umanità alla stregua del cagnolino del signor Pavlov, hanno del resto un impressionante arsenale di armi psichiche, con cui raggiungere ogni casa, ogni giorno, per portare avanti “quietamente” e “silenziosamente” il progressivo processo di compartimentalizzazione e insonorizzazione della mente umana. Ma la prima e la più importante faccenda da “sistemare”, non dobbiamo mai scordarcene, è il loro conto in sospeso con la capacità di ogni essere umano di sentirsi presenza individuale, unica e irripetibile, nell’Universo. INDIVIDUO. La più bella tra le parole che conosco. Il principio di auto-creazione, del singolo racchiuso nel proprio cerchio. Dio nel suo proprio Universo, guida e signore del suo proprio micro-cosmo, il singolo è chiamato dal Macro-cosmo, e dal suo creatore, a creare la propria personalità, giacché compito e destino dell’individuo, indissolubilmente legato alla sua prerogativa di poter scegliere, è quello di fare se stesso.In italiano, purtroppo, molte parole non rendono affatto la profondità di significato, e l’intensità dell’energia, che pertiene a determinate “cose”, “fenomeni”, “processi”, e “serie di eventi”. Una delle parole che fraintendono maggiormente il significato mistico di un “ente”, è appunto la designazione “ESSERE UMANO”. Gli anglo-sassoni in questo, ci danno un bel 10, non c’è che dire.”HUMAN-BEING”; è in questo modo che i nostri cugini designano quel processo in divenire, quel continuo “LAVORO IN CORSO”, che ognuno di noi, in realtà e per essenza, fino al suo ultimo respiro E’.Un individuo in corsa per diventare se stesso, non ha bisogno di “imporre” agli altri, né di farsi obbedire. Un’individuo, nel senso autentico del termine, non concepirebbe mai di sottrarre agli altri i loro inalienabili diritti, per pervenire a se stesso ( che razza di follia ). Né si sognerebbe mai, tento meno, di imporre la peggiore e più immorale delle volontà: sottrarre loro la vita ( e se l’omicidio non è un’imposizione estrema della propria volontà su quella d’altri, ditemi un po’ voi di cosa mai si tratta ). C’è molto, veramente molto, nella violenza che ci contraddistingue come specie, che ha a che fare con la mancanza, o carenza, di INDIVIDUALITA’. Ma non sono qui per persuadere qualcuno. Un individuo, una persona centrata in se stessa, non estorce agli altri la propria energia. Non è un vampiro, non un parassita. E’ la persona completamente de-centrata e squilibrata “verso gli altri”, semmai, a sostituire la ricerca del controllo e del consenso, a quella della propria “pietra filosofale“. E’ questo genere di “individuo”, a manifestare puntualmente il proprio disagio di essere “altrimenti da sé”, in forme continue, esplicite o implicite, di prevaricazione e predominio.Individuo in senso proprio, è l’essere umano che sa di essere spirito, ovvero un ineguagliabile e insostituibile, unico, “PROGETTO IN DIVENIRE”. La “preziosità” della vita umana, non può neppure essere concepita, se estromettiamo dalla coscienza questo assunto di base. L’individuo sano, persegue una propria realizzazione, una manifestazione di compimento, oltre la quale spazia un INFINITO che non è più, motivo di preoccupazione…. In conclusione…Il mio consiglio per oggi, a quanti a ragione temono una “forma mentis” dittatoriale e totalitaria, che è ancora lungi dall’estinguersi da questa dimensione di esperienza è semplicemente il seguente…Volete davvero un mondo in cui l’essere umano osi, per la prima volta nella sua storia, essere veramente libero? Cominciate allora ad esserlo voi. Cominciate con la cosa più importante di tutte. Cominciate ad essere voi stessi. O tornate, ad esserlo; o cominciate a chiedervi come diavolo si faccia, ad esserlo! Guardatevi una buona volta allo specchio, e affermate senza più tentennare: “Non concederò mai più a niente e nessuno, di decidere al posto mio per quale motivo sono venuto al mondo in qualità di individuo!”Il resto, sono le onde concentriche che si allargano dal punto in cui il sasso lanciato, si è immerso nello stagno dell’infinito senziente. Il resto, giungerà perciò di necessità a manifestazione.Un abbraccio controcorrente
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