Ma il miope tentativo di usarlo solo come un banale giornale elettronico
di Marco Cagnotti
Col successo dei tablet, adesso vanno molto di moda le app dedicate per i singoli giornali: ogni testata un’app. Belle, certo: interattive, interfacciate coi social network, con grafiche da urlo. E tutti gli editori e gli opinionisti e i blogger a far sì con la testa, a congratularsi gli uni con gli altri, a fregarsi le mani perché hanno trovato un sistema per far pagare (di nuovo) i lettori: la risposta alla crisi devastante dell’informazione tradizionale, di cui abbiamo già parlato in un articolo precedente. Vuoi l’app? Paghi. Oppure l’app è gratis, ma allora… vuoi l’ultima edizione del giornale? Paghi. E’ il solito, antico, tradizionale modello di business visto e rivisto e stravisto.
Così però i miei iDevice si riempiono di app, tutte da aprire una per una quando voglio leggere i giornali. E se non ci sono novità? Tempo sprecato. E se sono di fretta? Lascio perdere e chissà che cosa mi perdo. Insomma… mi avete preso per scemo? E infatti le app dei giornali, dopo l’euforia iniziale, non vanno bene per niente. La gente non se le fila. Il Web non è morto affatto. Chris Anderson aveva torto.
Bradford Cross pubblica su Measuring Measures un post dal titolo “Why the iPad is Destroying the Future of Journalism”. E scrive:
Nobody wants an app for each content source. The parallels to RSS are striking. Only this time someone thinks this is a smart business move. At least with RSS it was just an Internet protocol that nobody productized well.? (…) Let’s give credit where it’s due – these are beautiful apps and have done a lot to innovate at the presentation layer and make the reading experience a lot more beautiful. But there are much bigger problems to be solved.
Già, i feed RSS. Una cosa non ho mai capito: perché la gente spreca tempo saltabeccando da un sito all’altro, peraltro riuscendo così a seguirne sì e no una manciata, quando esiste questo strumento semplice, potente ed efficiente per controllare decine, anzi centinaia di fonti diverse, tutte insieme con una sola occhiata, nel Web oppure con un’unica applicazione per l’iPad, come Reeder. Ho anche scritto un tutorial apposta per aiutare i miei lettori a usare i feed RSS, vedi un po’. Risultato: lo fanno in pochi. Sembra che costi troppa fatica configurare Google Reader una volta per tutte. Bah!