Nella tv italiana che promuove costantemente il modello della Velina accade anche questo.
La Rai è il nostro servizio pubblico che scopiazza Mediaset promuovendo il modello della donna-oggetto oppure veicola un antifemminismo ben più esplicito rispetto alla tv commerciale.
Pari o Dispare hanno chiesto un osservatorio e direi che ce n’è proprio bisogno.
Ci sono casi in cui la Rai scopiazza la Mediaset promuovendo programmi simili nel format e nei contenuti. Spesso i contenuti di questi programmi hanno intere puntate che dipingono le donne come sporche, brutte e cattive.
Ma Verdetto Finale, fratello di Forum è ben peggiore. C’è la conduttrice avvenente, patinata e giovane, collega di Rita della Chiesa, che però incarna il modello della grechina (aggettivo dispreggiativo utilizzato da Lorella Zanardo per definire le belle donne che non fanno le vallette).
Femminismo a Sud, un blog che seguo molto spesso, racconta di una puntata di Verdetto Finale, accusandola di sostenere più volte la lobby dei padri separati.
A me importa meno che ci sia una lobby o meno, ma importa come le donne vengano vilipese e svilite in alcune puntate.
Mi fa rabbrividire come la tv si fa portatrice di messaggi stereotipati, misogini che permettono di criticare una donna che ha fatto carriera nonostante sia madre.
Questa donna è stata accusata dall’ex-marito di trascurare il figlio perchè non rinuncia alla carriera per stare accanto a lui, ragion per cui vuole che le sia sottatto il figlio e che venga affidato a lui. L’ex-marito, uno stalker che ha sequestrato pure il figlio senza farsi rintracciare, senza rispondere al telefono, facendo preoccupare l’ex-moglie.
Verdetto finale utilizza dei messaggi manipolativi e persuasivi che inducono a sostenere l’ex-marito. L’aspetto della donna che appare poco rassicurante è un dettaglio di questi, perchè la Rai sa bene che l’apparenza ha un grande potere manipolativo e persuasivo.
Poi c’è la conduttrice che utilizza il termine femminismo in modo inappropriato e dispreggiativo, soltanto perchè lei si divende da un marito che vuole rinunci alla carriera e anche all’affido del figlio.
La conduttrice radiosa, modello che incarna la donna avvenente metà tra Velina e donna di famiglia, rimprovera la donna trattata come un’assassina, intimandole di non comportarsi da femminista. Questi messaggi sono pericolosi.
Pericolosi in un Paese dove devi scegliere tra maternità e carriera, pericolosi in un Paese dove le donne vengono uccise in continuazione sopratutto in fase di divorzio, pericolose in un contesto così maschilista che impedisce alle donne di farsi una vita, di avere dei sogni e degli spazi.
Nel nostro contesto alle donne normali è chiesto di abbandonare il lavoro per la famiglia, viene usato il servizio pubblico per giustificare ed incitare reati come la sottrazione di minori e lo stalking.
E questo in un Paese dove le donne muoiono di violenza domestica. Le donne in Italia muoiono a causa della nostra cultura che veicola questi messaggi e che si serve del servizio pubblico per criminalizzare le donne autonome economicamente.
L’autonomia economica per le donne è importante perchè spesso aiuta a sfuggire da mariti violenti.
Sentire una donna di spettacolo, quindi in carriera, che si schiera contro una donna altrettanto in carriera mi fa venire i brividi. E’ paradossale.