Si è discusso, e spero si continui a farlo, dello spillone di Antas, sul quale, secondo il professor Paolo Bernardini, si leggono lettere fenicie. L'archeologo, docente di Archeologia fenicio-punica e di Storia e archeologia del Vicino oriente antico, e dal 2008, ricercatore di archeologia fenicio-punica nella sede oristanese dell'Università di Sassari, ne parlò nella primavera dello scorso anno durante un convegno organizzato dal Museo civico di Senorbì. Parlò anche d'altro nella sua relazione su "Segni potenti: la scrittura nella Sardegna protostorica". E mi pare di notevole interesse leggerne un brano centrale. Ma torniamo in Sardegna e fermiamoci sulla costa algherese dove, tra Ia fine del IX e gli inizi dell'VIII sec. a. C., sorge e si sviluppa un importante emporio indigeno, frequentato da genti di cultura levantina e greca: Sant'Imbenia. E' questo il caso esemplare di un luogo in cui la fisionomia commerciale prevalente e la convergenza di culture di etnia diversa innescano un forte mutamento interno in cui Ia circolazione di segni scrittori assume straordinario significato.
Il sigillo di Sant'Imbenia, con scritte
fenicie secondo Bernardini, proto
sinaitiche secondo Gigi Sanna
Compaiono in questo sito i phoinikeia grammata. ma anche un sigillo di produzione locale in cui appaiono una serie di segni che sono stati in genere ritenuti privi di uno specifico significato semantico ma invece allusivi ai segni potenti, alle lettere reali che facevano bella mostra di se sui sigilli dei mercanti orientali; il suo possessore, evidentemente un “imprenditore” indigeno, aveva ben presente la forza ideologica e sociale del sigillo e questa forza reclamava per sé attraverso il controllo diretto dell'efficacia dei segni. Oggi si è pensato che il sigillo in realtà non sia una “invenzione” naive: vi si sono letti tentativamente un ayin e un heth accompagnati da una teoria di punti, forse in rapporto con registrazioni di peso o di quantità. Vi sarebbe quindi la registrazione consapevole, in ambiente indigeno e in un contesto di attività emporica di segni in relazione a una proprietà o un'officina, forse accompagnati da determinativi di quantità. Segni più decisamente scrittori, del resto appaiono sulla pancia di un'anfora vinaria prodotta nell'emporio algherese e rinvenuta in un altro grande emporio dell'estremo Occidente: Huelva, in cui abbondante è la circolazione di materiale sardo. Non sfuggirà il rapporto strettissimo esistente tra circolazione di segni scrittori e una determinata produzione di manufatti, le brocche ascoidi, collegate al consumo del vino da una parte, alla produzione del vino delle fertili terre sarde dall'altro (che si tratti della Nurra o dell'Oristanese); e non sarà inverosimile pensare a un rapporto logico tra commercializzazione di alcuni prodotti e dei loro contenitori ed esigenze di registrazioni relative alla proprietà, allo botteghe e alle quantità. Allo stesso arco cronologico di Sant'lmbenia (fine del IX-inizi dell'VIII sec. a. C.) appartiene un singolare oggetto restituito dalla necropoli indigena di Antas in territorio di Fluminimaggiore: nella terra nera e carboniosa che circonda i pozzetti funebri e all'interno di alcune fossette votive, riempite di carboni e resti di ossa animali è stato rinvenuto uno spillone a capocchia articolata, di un tipo ben noto nella tradizione bronzistica locale, caratterizzato dalla presenza una serie di lettere fenicie incise sulla lama. La sottolineatura del rango dei personaggi che trovano posto nelle tombe individuali si accompagna, nel santuario di Antas, alla testimonianza eccezionale della scrittura, intesa certamente come elemento di prestigio, segno potente e magico che smuove nel profondo le corde emozionali e simboliche di una società “illetterata”: la successione delle lettere proposta dopo una prima lettura, k r(?) m k sembra fare riferimento a un nome locale, indigeno, trasposto nei phoinikeia grammata.[...] vi è da sperare che nuovi documenti e testimonianze possano aumentare il ventaglio delle nostre conoscenze e condurre ad un sostanziale approfondimento della riflessione in questo campo di ricerca.