Ventidue racconti, ventidue piccole storie, ventidue meccanismi che funzionano alla perfezione: congegni ben oliati che si intersecano uno all’altro creando un mondo variegato e multiforme; un universo di personaggi allegri e desolati, svagati e divertenti, felici e disperati, ma complessi e mai banali. Un caleidoscopio di sensazioni: dalla mestizia di L’inaugurazione del teatro Bellini, restaurato all’incosciente svagatezza di Zig zag, dalla dolce malinconia di London Calling e L’ultima cosa che mi ha regalato al sorriso a piena bocca di Il professore di matematica non verrà, dall’arguta finezza di Tranquilla vita da pensionati alla tenerezza ironicamente autoreferenziale di Il negozio dove l’uomo col colbacco viveva, ogni testo riesce a colpire al cuore il lettore.
Alessandro Locatelli sa scrivere molto bene: lo stile è preciso e puntuale, pungente e personale. I racconti, costruiti con brio, compongono un testo coerente e ben integrato, che non scende mai di tono. Il ritmo è brillante e la sempreverde critica mossa alle raccolte di racconti, di non permettere al lettore di affezionarsi ai personaggi per la brevità delle loro storie, in questo caso non trova riscontro: ognuno dei protagonisti riesce a stagliarsi con decisione, a diventare unico e indimenticabile.
È un libro da non perdere: speriamo che l’autore ce ne regali presto un altro. Nell’attesa, cercatelo bene e richiedetelo in libreria, non ve ne pentirete.
Maria Di Piazza
Alessandro Locatelli, Il professore di matematica non verrà, Robin Edizioni, collana Libri da Scoprire, 2012, pp. 208, euro 12,00