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Il profondo Nordest: La Valsugana, la Val di Sella e l’Orto Botanico di Padova
Creato il 29 ottobre 2013 da Lo Sciame InquietoChi l'ha detto che il profondo Nordest non ha niente da offrire? ;-)
Il mio ottobre tra Valsugana, Val di Sella e Padova dimostra esattamente il contrario.
Io, C., S., A. e P., torniamo in zona Valsugana dopo averne percorso la ciclabile lo scorso mese di giugno. In quell’occasione ci eravamo fermati a dormire una sera in un Garnì di recente apertura, nelle campagne tra Roncegno e Borgo Valsugana, che si chiama Coronata Haus.
Il posto, bellissimo, tutto in legno, con le tappezzerie fatte di tessuti tipici meravigliosi, è gestito da Bruno e sua moglie, due persone che incarnano perfettamente il burbero carattere trentino ma anche la straordinaria generosità di questa gente.
Bruno ci prende talmente in simpatia che ci aiuta in tutti i modi possibili durante le nostre vicissitudini in valle e ci prepara una fantastica cena in un’area del Garnì tutta a nostra disposizione (dove ci sono anche le cantine!).
Ci diciamo che dobbiamo ritornarci, e infatti ad inizio ottobre eccoci nuovamente a Coronata Haus (quando ci andrete fatevi raccontare da Bruno perché questo strano nome). Questa volta l’intenzione è quella di fermarsi per l’intero weekend ed esplorare un pochino i dintorni, oltre a godere della splendida sauna di Coronata Haus che si presenta come una grossa botte all’esterno dell’edificio principale con vista sulla valle (bellissima!).
La scoperta più bella del weekend è Arte Sella. La Val di Sella è una valle vicina alla Valsugana, ma con una configurazione completamente diversa (del resto la Valsugana è fortemente deturpata dall’industrializzazione e dalle grosse arterie che ci passano nel mezzo, e poi fa quasi paura nel suo essere profonda e strettissima). La Val di Sella è invece una valle nella quale a farla da padroni sono i boschi e le malghe. Ed è proprio in mezzo a questi boschi che è nato il percorso di Arte Sella. Si tratta in pratica di un museo a cielo aperto, immerso nel bosco, il cui tratto caratteristico sta nell’utilizzo di materiali naturali (prevalentemente legno) e nella perfetta integrazione delle opere nel paesaggio circostante.
La prima parte del percorso, quella più lunga, è gratuita e le opere d’arte (di artisti provenienti da tutto il mondo) sono distanziate lungo un bellissimo percorso in mezzo ai boschi. La seconda parte, quella a pagamento, cui si giunge dopo una bella passeggiata in mezzo ai prati, è uno spazio più contenuto e con un’altissima concentrazione di opere, alcune anche di grandi dimensioni, come la cattedrale e il teatro naturale.
Alcune delle opere esposte sia nel primo che nel secondo percorso sono veramente affascinanti e colpiscono per l’originalità, per la poesia, per la continuità con il contesto naturale, per l’inventiva degli artisti. Non me lo sarei mai aspettata, ma Arte Sella è stata veramente una bellissima scoperta e una passeggiata nella natura e nell’arte che consiglio a chiunque si trovi da quelle parti.
Dalla natura all’high-tech. Qualche settimana più tardi sono di nuovo dalle parti del Nordest e, grazie alla segnalazione di G., scopro che nel weekend c’è l’anteprima dell’apertura delle nuove serre dell’Orto Botanico di Padova, patrimonio mondiale dell'umanità dell’Unesco.
E così, senza prenotare, io e C. ci muoviamo alla volta dell’Orto Botanico sperando nella buona sorte che ci assiste e ci permette di entrare in una delle ultime visite guidate della giornata. In pratica le nuove serre sono state costruite con i soldi che erano stati stanziati anni fa a seguito dell’abbassamento della falda acquifera (causata dalla costruzione di alcuni edifici) che aveva messo in serio pericolo l’orto botanico storico della città. Poiché il problema si è poi risolto naturalmente, si è deciso di utilizzare i soldi per mettere l’orto botanico in sicurezza, acquistando alcuni terreni limitrofi (dell’Antonianum) e costruendo le nuove serre con la funzione di fare anche da barriera naturale ed evitare il ripetersi del fenomeno dell’abbassamento della falda.
Le nuove serre sono state realizzate secondo i principi dell’architettura ecologica e sostenibile e si strutturano in spazi totalmente indipendenti l’uno dall’altro dedicati rispettivamente al clima tropicale, a quello temperato, a quello secco e infine a quello artico (ma quest’ultimo spazio non è ancora stato allestito). Sono stati previsti anche spazi per allestimenti temporanei e mostre per rendere le nuove serre uno spazio multifunzionale dalle ampie prospettive.
Tutto molto bello. Complimenti per quella che - almeno a prima vista - sembra proprio una storia a lieto fine.
Ovviamente non ci siamo fatte mancare un giro all’Orto botanico storico che mostra i segni della sofferenza degli ultimi anni, ma che probabilmente è adesso nelle condizioni di rinascere più vigoroso che mai. Ci vorrebbero giornate per soffermarsi su tutte le piante e le loro proprietà. A un certo punto è il momento di andare, ma io la pianta nella quale identificarmi l’ho scelta. È la carex appropinquata! ;-))
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