Il profumo (Patrick Suskind)

Creato il 24 agosto 2011 da Stefania
L'ho letto in pochi giorni. Non per via di una lettura frettolosa o poco attenta ma perché la voglia di capire come si evolvesse la situazione era tale da indurmi a prendere il libro in mano ogni volta che avevo qualche attimo libero.

"Il profumo" di Patrick Suskind è un libro molto particolare, scritto in modo chiaro ed efficace, con una dovizia di particolari a volte maniacale ma tale da permettere al lettore di immedesimarsi nella situazione.
L'ho avuto in prestito da un'amica che, avendo un senso dell'olfatto particolarmente pronunciato, mi ha detto di non essere riuscita ad arrivare alla fine del libro perché in alcuni passi le descrizioni erano talmente efficaci da darle quasi la nausea, tanto le sembrava di sentire con il suo naso ciò che tra le pagine veniva descritto.

A me non ha fatto lo stesso effetto ma devo dire che in alcuni passaggi gli scenari che vengono descritti, sempre con dovizia di particolari olfattivi, sono un tantino disgustosi.

La storia è ambientata nella Francia del 1738 ed il protagonista del romanzo si chiama Jean Baptiste Grenouille. Già al momento della sua nascita inizia a mostrare il suo essere: nasce in una situazione a dir poco fuori dalla norma, combatte per vivere e già l'ambiente che lo circonda lascia in lui una cicatrice profonda, in fatto di odori. Una cicatrice che resterà viva per sempre.
Sfortunato. Rifiutato dalla società più e più volte per via di una sua particolare caratteristica: la sua pelle non emana odore. E chi non ha odore viene considerato dal resto della società una nullità visto che - così lascia intendere l'autore - si è presi in considerazione in proporzione a ciò che il nostro profumo riesce a trasmettere.

Nelle more del romanzo l'autore sintetizza tutto il senso della storia in un passaggio che, tra l'altro, è la citazione più famosa del libro: "Gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all'orrore e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole seducenti. Ma non potevano sottrarsi ai profumi. Poiché il profumo è fratello del respiro. Con esso penetrava gli uomini, a esso non potevano resistere, se volevano vivere. E il profumo scendeva in loro, direttamente al cuore e là distingueva categoricamente la simpatia dal disprezzo, il disgusto dal piacere, l'amore dall'odio. Colui che dominava gli odori, dominava il cuore degli uomini".

La vita del piccolo Grenouille sarà non solo difficile ma anche fuori da ogni schema. Il protagonista viene descritto come un bambino prima, un giovane poi, un uomo alla fine dei suoi giorni che da sempre persegue un unico obiettivo: quello di catturare il profumo. Catturare ogni molecola di profumo che arriva alle sue narici. Prima dalle piante poi dagli esseri inanimati e, alla fine, dagli uomini. Maturando capirà qual è la sua missione ultima: creare il suo profumo, un profumo capace di dominare gli uomini al punto tale da condizionare le loro azioni.
Non è bello, Grenouille. Sembra portare nel suo aspetto i segni della sua nascita, le conseguenze di quel suo modo di venire alla luce così particolare e fuori dalla norma. Non è bello nemmeno da ragazzino, tantomeno da uomo maturo. Lo diventerà agli occhi degli altri grazie ad un artificio che si dimostrerà in grado di produrre ma la sua fisicità sarà per tutta la vita il riflesso della sua travagliata vita interiore.
Non prova alcun sentimento, non ha sensazioni, non prova dolore tantomeno amore. Quell'amore che si troverà ad idealizzare strada facendo e che arriverà a manifestarsi nella sua forma estrema.

Il libro si struttura in diverse sezioni. In più punti l'autore si lascia andare ad una narrazione che cavalca un bel po' i meandri della fantasia umana. L'isolamento nel cuore di una montagna, la vita lontano dal mondo, la sua capacità di tornare alla vita e mettere in atto il suo disegno perverso così come l'epilogo del libro: non mancano tratti piuttosto marcati con eccessi di fantasia che però non risultano mai stonati. Più di una volta mi sono dovuta fermare nella lettura per riflettere su ciò che stavo leggendo e mi sono detta "...ma dai... è impossibile pensare una cosa del genere!". Eppure ogni volta sono tornata a divorare parole dopo parole per capire dove si volesse arrivare. Cosa davvero potesse realizzare quell'uomo così strano, più volte paragonato ad una creatura satanica, sottovalutato nella sua genialità di esperto profumiere e a volte anche ignorato come persona.

Arriva, però, un giorno, in cui all'orizzonte si prospetta la svolta. Granouille è paziente. Non brucia le tappe. Si sottomette con umiltà pur di apprendere tutte le tecniche più consolidate di alta profumeria perchè deve raggiungere un obiettivo mettendo in pratica ciò che ha imparato nel tempo.
E per raggiungere tale obiettivo seminerà morte con una leggerezza ed una indifferenza che portano ad odiare quel personaggio per il tanto male che diffonde a destra e a manca ma, allo stesso tempo, portano anche ad avere una gran pena per un essere tanto solo e così fuori dal mondo.

L'epilogo è piuttosto macabro ma rende alla perfezione l'idea di quello che era l'obiettivo ultimo che Grenouille intendeva raggiunge: passare da un soggetto anonimo ad un essere superiore, amato ed idolatrato fino al punto più estremo, fino alla manifestazione più estrema e più violenta dell'amore e dell'adorazione umana. O meglio, quasi sovrumana. Un finale scenografico. Un epilogo inaspettato che arriva per sua volontà, certo degli effetti del suo gesto. Stanco di essere considerato un niente, stanco di dover fuggire da quel genere umano che lo ripugna sempre più e che ha dimostrato di poter dominare nel momento per lui più difficile (...non dico di più per non svelare troppo la trama), sceglie la sua sorte compiendo un gesto estremo che non è immaginabile nemmeno dal più fantasioso dei lettori.

* Cosa ho apprezzato meno? Alcuni periodi della narrazione piuttosto lunghi, con incisi che sembravano non finire mai, ed anche qualche eccesso narrativo che, però, nell'insieme ben ci sta. Il personaggio in se mi ha fatto storcere il naso più volte... ma anche questo va visto nel contesto narrativo e non in modo isolato.

* Cosa ho apprezzato maggiormente? La cura dei dettagli nelle descrizioni di situazioni e personalità. Il protagonista viene descritto fin nel suo intimo, la sua personalità emerge come se venisse fuori fisicamente dal libro. Una personalità che può piacere oppure no ma che, comunque, viene approfondita e ben resa.

L'edizione che ho letto io è del 1999, l'ottava edizione. Si tratta di una traduzione dall'originale tedesco Das Parfum di Giovanna Agabio, edito da Longanesi & C. La copertina è piuttosto efficace e diversa da quella inserita dallo staff: viene raffigurato un giovane in stato di abbandono, come se fosse privo di sensi o in estasi... il tutto su un fondo nero che ben si addice, secondo me, alla storia.

So che dal libro è stato tratto anche un film ma non posso fare alcun confronto o valutazione visto che non l'ho visto. E, a dire il vero, se anche ne avessi l'occazione non lo vedrei.
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Il profumo
Patrick Suskind
Longanesi & C.

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