La Roma non pareggia quasi mai, e durante questa stagione ha vinto quindici volte in campionato. Un risultato così così, se consideriamo che la capolista di partite ne ha vinte cinque di più, ma tutto sommato niente male per un eventuale piazzamento europeo. Peccato che oggi sia arrivata anche la quattordicesima sconfitta, ad appena tre giorni dalla precedente. Nel pomeriggio, dopo la brutta figura rimediata contro la Fiorentina, Luis Enrique ha semplicemente detto che lui non ha mai parlato di progetto. Questo è curioso, perché la proprietà ha sempre lasciato intendere il contrario. Intendere? In realtà, in questi tempi di disfatte, il "progetto" è stato sbandierato ogni qualvolta la situazione sembrava dovesse volgere al peggio. In sostanza il tifoso doveva sopportare i frequenti rovesci, proprio in virtù di un bellissimo disegno che prima o poi si sarebbe materializzato. Non è forse grazie al progetto, se il tecnico spagnolo ha conservato il suo posto fino ad oggi? In effetti sarebbe conveniente considerare le sconfitte dei semplici allenamenti, buoni per far fare le ossa a tanti calciatori appena arrivati. Un po' come dire va bene, mandiamo giù il boccone, perché siamo sulla strada giusta per la prossima stagione. Sfortunatamente il bel gioco della Roma non si è mai visto sul campo, così la squadra alterna prestazioni decorose (anche se mai pienamente convincenti), ad altre sconcertanti. Dispiace che nessuno dimostri di avere le idee chiare, ne la proprietà, ne Luis Enrique che continua ironicamente ad addossarsi tutte le colpe, ne i giocatori che sembrano brancolare sul manto erboso alla ricerca di un filo conduttore. Manca completamente quell'unità di intenti che renda meno nebuloso il futuro, che al momento sembra profilarsi unicamente in base alla speranza. Nel frattempo, la squadra continua a perdere male, rinunciando ad offendere perché priva della forza e delle indispensabili capacità, in genere sventolando bandiera bianca dopo pochi minuti per manifesta inferiorità. Magari si riuscisse a verificare la bontà del "progetto"... Mettiamola così, la prima stagione di Franco Sensi, era il 1994, si concluse con il settimo posto in classifica, e sette anni dopo sarebbe arrivato il terzo scudetto. Speriamo che anche questo nuovo progetto riesca a portare lontano, prima o poi. Intanto, mi auguro che Luis Enrique ce la faccia a conservare il suo posto, fino alla trentottesima giornata. Diversamente il progetto, oltre che vago, si rivelerebbe sbagliato.
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La Roma non pareggia quasi mai, e durante questa stagione ha vinto quindici volte in campionato. Un risultato così così, se consideriamo che la capolista di partite ne ha vinte cinque di più, ma tutto sommato niente male per un eventuale piazzamento europeo. Peccato che oggi sia arrivata anche la quattordicesima sconfitta, ad appena tre giorni dalla precedente. Nel pomeriggio, dopo la brutta figura rimediata contro la Fiorentina, Luis Enrique ha semplicemente detto che lui non ha mai parlato di progetto. Questo è curioso, perché la proprietà ha sempre lasciato intendere il contrario. Intendere? In realtà, in questi tempi di disfatte, il "progetto" è stato sbandierato ogni qualvolta la situazione sembrava dovesse volgere al peggio. In sostanza il tifoso doveva sopportare i frequenti rovesci, proprio in virtù di un bellissimo disegno che prima o poi si sarebbe materializzato. Non è forse grazie al progetto, se il tecnico spagnolo ha conservato il suo posto fino ad oggi? In effetti sarebbe conveniente considerare le sconfitte dei semplici allenamenti, buoni per far fare le ossa a tanti calciatori appena arrivati. Un po' come dire va bene, mandiamo giù il boccone, perché siamo sulla strada giusta per la prossima stagione. Sfortunatamente il bel gioco della Roma non si è mai visto sul campo, così la squadra alterna prestazioni decorose (anche se mai pienamente convincenti), ad altre sconcertanti. Dispiace che nessuno dimostri di avere le idee chiare, ne la proprietà, ne Luis Enrique che continua ironicamente ad addossarsi tutte le colpe, ne i giocatori che sembrano brancolare sul manto erboso alla ricerca di un filo conduttore. Manca completamente quell'unità di intenti che renda meno nebuloso il futuro, che al momento sembra profilarsi unicamente in base alla speranza. Nel frattempo, la squadra continua a perdere male, rinunciando ad offendere perché priva della forza e delle indispensabili capacità, in genere sventolando bandiera bianca dopo pochi minuti per manifesta inferiorità. Magari si riuscisse a verificare la bontà del "progetto"... Mettiamola così, la prima stagione di Franco Sensi, era il 1994, si concluse con il settimo posto in classifica, e sette anni dopo sarebbe arrivato il terzo scudetto. Speriamo che anche questo nuovo progetto riesca a portare lontano, prima o poi. Intanto, mi auguro che Luis Enrique ce la faccia a conservare il suo posto, fino alla trentottesima giornata. Diversamente il progetto, oltre che vago, si rivelerebbe sbagliato.
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