Il programma del M5S, movimento nazional-liberale di proprietà di Grillo e soprattutto Casaleggio, è un elenco di obiettivi esposti in modo schematico e spesso disordinato, che finge che il mondo reale non esista. Il lavoro non esiste, anche se è prevista l’abolizione della legge 30, sostituita da non si sa che.
Il fisco non è considerato, l’evasione fiscale nemmeno. Non si parla di diritti civili, sociali, politici, integrazione sociale, diseguaglianze, discriminazione, diritti della donna. C’è il reddito minimo.
Non esiste religione, non esiste immigrazione, neanche esiste politica estera.
Il programma presenta una serie di obiettivi polemici contro la “casta”, gli sprechi, e dedica molta attenzione all’efficienza energetica delle case, dei condomini, delle centrali elettriche. Ecco perché Elia Sciacca ha aderito.
C’è la solita lotta di Grillo contro le anomalie dei grandi poteri economico-finanziari, eccetto quelli che finanziano lo stesso Grillo.
Ma la visione d’insieme dov’è? Il cittadino vorrebbe studiare, lavorare e avere la pensione, si può immaginare. Ma il programma del M5S non se ne cura.
Si parla di condomini, non di chi li costruisce; di informazione, non di giornalismo.
È un programma di lotta contro i poteri esistenti, ma per arrivare dove? Allo strapotere del Web cioè di Grillo?
Che intanto riesce a dire che la mafia è meglio dello Stato, che i sindacati vanno aboliti, che se non si è xenofobi non si prendono voti. E soprattutto insiste a far polemica contro lo Stato e tutti i partiti, strizzando l’occhio anche a Casapound.
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