Il progresso dell'era glaciale

Il futuro è qui. Ce ne accorgiamo dalle piccole cose, dai quei piccoli cambiamenti che lì per lì passano inosservati ma che finiscono per cambiarti la vita. Facciamo l’esempio del digitale terrestre: eravamo tutti in trepidante attesa e un po’ preoccupati, poi è arrivato e ci ha rincollato davanti al televisore che nemmeno ai tempi di Lascia o Raddoppia. E questo, in qualche modo, è progresso.

Oggi ho fatto due passi tra la neve. Li avevo fatti anche nei giorni scorsi ma oggi sono andato al supermercato, scendendo dal paese vecchio verso la piana, dove c’è la parte moderna della città. Era tutto bianco, un paesaggio artico, roba da foche. Eppure passavano le macchine, senza interruzione, e con una certa qual spavalderia. Merito dell’imposizione di gomme da neve e catene a bordo. Buona cosa davvero: così non abbiamo la classica vettura intraversata che blocca tutto. Così, volendo, si è salvaguardata la mobilità, la libertà di spostarsi e anche la sicurezza dei cittadini.

Così, senza polemica –sono sempre polemico, lo so, ma adesso no, solo nostalgico – ricordo le nevicate di qualche anno fa: quella dell’85, indimenticabile glassatura ghiacciata della mia adolescenza, ma anche quella più recente del 2005. Ci si fermava con la neve. Non si circolava, era pericoloso, quindi le macchine stavano ferme. E l’uomo riprendeva possesso dello spazio. Camminava per la strada, in mezzo alla strada, senza finire sotto le ruote di nessuno. Sciava, slittava con slittini o sacchi neri della nettezza urbana, o solo passeggiava tranquillo al centro della carreggiata.

Oggi non puoi. Oggi arriva quello col SUV che ha inserito le quattro ruote motrici per la prima volta in vita sua e non crede ai suoi occhi andando sul ghiaccio come sull’asciutto. Arriva quello col fuoristrada vero che dice "scansatevi tutti che a me non mi ferma nessuno!". Arriva quello con l’utilitaria che, meraviglia, ha scoperto le gomme termiche e stupito, confuso e felice, viaggia sulla neve come mai avrebbe creduto. E tu, pedone romantico, ti scansi, sul marciapiede come se fosse agosto, perché sennò ti pigliano sotto. Non c’è polemica, no. Solo tanta nostalgia.

Luca Craia