Questa volta ho avuto il piacere di intervistare per voi una fotografa meravigliosa, Sara Lando.
Ciao Sara, di che cosa ti occupi?
Sono una fotografa commerciale specializzata in ritratto. Lavoro anche come foto-ritoccatrice e di tanto in tanto insegno in corsi di fotografia e di post-produzione digitale.
Faccio parte del direttivo dell’Associazione Nazionale Fotografi Professionisti e, tra gli altri, ho avuto il piacere di lavorare con De Agostini, Canon, Nokia, Samsung, Ubisoft, Manfrotto, Progetto 2501, Digital Camera Magazine, Pig, Digital Life Style, Foto cult, Trip magazine.
Dal 2011 sono socio fondatore di Papermoustache, un’agenzia di comunicazione che si occupa, oltre che di fotografia, di grafica e web design.
Concretamente, in che modo il tuo intervento crea valore per l’impresa?
Piu’ che creare valore di per se’, il mio intervento punta soprattutto a comunicare il valore dell’azienda al cliente finale in un modo che non solo risulti comprensibile, ma anche accattivante.
E’ facile capire come funziona quando si tratta di fotografare dei prodotti per un catalogo o una modella che indossa un capo per una comunicazione pubblicitaria, ma è un lavoro piu’ sottile quando si tratta ad esempio di trovare il modo più efficace di ritrarre un CEO per una rivista di settore o decidere cosa mostrare della propria azienda in un sito in modo che il messaggio delle parole non sia contraddittorio rispetto a quello che traspira dalle immagini.
L’identità aziendale sembra essere uno di quei concetti facili da capire ma difficili da mettere in pratica, per cui spesso (soprattutto quando lavoro con PMI, che non hanno un brand formalizzato alle spalle) ho a che fare con aziende che spendono risorse anche elevate per raggiungere un target, ma non si accorgono di parlare una lingua incomprensibile per loro o, peggio ancora, che “suona falsa”.
L’immagine coordinata, il sito aziendale e la fotografia sono come un vestito e degli accessori e vanno scelti in modo da essere della taglia giusta, adatti all’occasione e in grado di mettere in risalto i propri lati migliori.
Concretamente questo per me puo’ voler dire trovarsi imbragata a 60 metri d’altezza su una piattaforma per scattare foto della messa in opera di un ponte radio per un annual o in uno studio fotografico con assistenti, make up artist e luci artificiali per fotografare il testimonial di un videogioco per i packaging e le comunicazioni pubblicitarie.
Qual è il tuo spunto di innovazione per… tradurre la creatività in numeri?
Per quanto riguarda la fotografia, a volte la connessione tra creatività e numeri è immediata e ovvia. Ad esempio quando si fotografa un catalogo di prodotti o si pianifica una pubblicità, una buona immagine è essenziale per suscitare l’attenzione di chi guarda e aumentare le vendite e una cattiva foto può rendere inutile tutto l’investimento fatto in termine di acquisto degli spazi, stampa e tempo investito.
Esiste però anche un altra faccia della medaglia, meno ovvia e più sottile, ma che in genere finisce per avere più peso nel “fare numeri”, soprattutto nel medio periodo. La fotografia può aiutare con investimenti minimi a creare un’immagine forte e coerente per il proprio brand: le immagini scattate per gli annual o quelle che vengono pubblicate nelle riviste di settore e ormai persino quelle che vengono usate come avatar nei social network vanno a contribuire a un’identità aziendale forte e coerente, che spesso si traduce in una maggiore credibilità, maggior peso e maggior riconoscibilità.
In un momento in cui l’informazione viaggia veloce e lo span di attenzione delle persone è molto limitato, la fotografia permette di catturare uno sguardo in una frazione di secondo, quel tanto che basta per far arrivare l’informazione a chi la guarda.
La fotografia dopotutto e’ informazione visiva e avere il controllo dell’informazione è una risorsa chiave. Selezionare quello che si decide di mostrare di sè al proprio target è vitale per un’azienda.
Il supporto di un professionista che abbia un background adeguato (un fotografo specializzato in ritratto non sarà necessariamente in grado di fare ottime foto di prodotto e viceversa) può fare davvero la differenza tra una strategia di comunicazione di successo e una disastrosa.