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IL PUZZLE-POST DELLA DOMENICA. “Odissea all’alba”. Proprio mentre Silvio va a “nannina”

Creato il 20 marzo 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
IL PUZZLE-POST DELLA DOMENICA. “Odissea all’alba”. Proprio mentre Silvio va a “nannina”Ma ci pensate? Meno di un anno fa, per la precisione il 29 agosto, Gheddafi era stato accolto a Roma come un semidio arabo. Le autorità italiane gli avevano permesso, concesso e giustificato tutto: da “europei convertitevi all’Islam” alla tenda berbera piazzata nei giardini di Villa Pamphili, dalle prediche a pagamento alle ragazze italiane traviate ed infedeli fino alla partecipazione dei suoi cavalieri al Carosello storico dei Carabinieri. Per Muammar Gheddafi detto il Cojonnello, si erano scomodate perfino le Frecce tricolori e la sua mano era stata umidamente baciata dal suddito Silvio Berlusconi. Il trattato di amicizia italo-libico era stato definito nei minimi particolari e, proprio in quella specie di “contratto” politico-commerciale, era stato scritto che “l’Italia mai e poi mai avrebbe concesso le sue basi per eventuali attacchi stranieri alla sovranità libica e che mai e poi mai sarebbe intervenuta militarmente contro la stessa Libia”. Così, come spesso avviene quando Silvio, o qualche suo cameriere, prende impegni, con la stessa facilità con la quale vengono sottoscritti sono disattesi se non traditi, esattamente come è accaduto con le sue pirotecniche promesse elettorali... az ne avesse mantenuta una! E così, di silenzio in silenzio, di connivenza in connivenza, siamo arrivati al 19 marzo, giorno nel quale Silvio, per rifarsi un attimino dalla figura di merda di qualche mese fa, ha deciso che non poteva non inserirsi nella coalizione che, manu militari, sta cercando di porre fine alla dittatura del Cojonnello. C’è da dire che, ancora una volta, i ritardi dell’intervento sono stati pari alla pochezza delle azioni diplomatiche messe in atto per evitarlo. Da settimane Gheddafi bombarda il suo popolo, da settimane i mercenari arrivati dai paesi dell’Africa Subsahariana massacrano per strada i civili, le stesse settimane nelle quali la grande politica internazionale non solo ha taciuto, ma si è messa alla finestra per vedere come andava a finire fra il grande dittatore del petrolio e gli insorti. Ogni tanto una parola di condanna, qualche sussurro ma nessun grido vero anzi, il più delle volte è risultato un’alzata di voce senza convinzione. Gli occidentali hanno iniziato a muoversi quando Sarkozy ha detto: “Non volete intervenire? Lo faccio da solo, bombardo l’esercito libico a terra, gli abbatto qualche Mig in aria e, se mi girano le palle, faccio pure il tiro al piccione con Gheddafi a Tripoli”. A quel punto gli Stati Uniti non hanno più potuto temporeggiare e si sono messi a capo di una coalizione della quale fanno parte la Francia, la Gran Bretagna, il Canada e l’Italia di Silvio l’amico del raiss, ed è partita “Odyssey Dawn”, “Odissea all’alba”. Sulla Libia in queste ore sta piovendo di tutto. Soprattutto missili lanciati dagli aerei, dalle navi americane e dai sommergibili. Gli obiettivi sono quelli militari e, come fanno da sempre i dittatori sanguinari, a presidiarli sono civili travestiti da scudi umani. L’imperativo è quello di far presto, la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu (decisive per la sua approvazione le astensioni della Cina e della Russia), non prevede interventi a terra ma solo dall’aria e solo per proteggere i civili dalla vendetta-tremenda-vendetta di Gheddafi. Le cinque basi italiane sono state messe a totale disposizione della coalizione, mentre Frattini si è battuto come un leone affinché la direzione strategica di Odyssey Dawn venisse ospitata a Napoli con la conseguenza di un incremento notevole del turismo, del commercio, degli affitti dei “bassi” e, come ci ha fatto notare argutamente notare una persona, per dare a Silvio la possibilità di incontrarsi con la sua “pupilla” Noemi senza dare nell’occhio. Ma, mettendo da parte le battute, Silvio è seriamente preoccupato. Conoscendo Gheddafi ha una paura folle che possa porre in essere vendette e ritorsioni fino ad arrivare al lancio degli Scud verso Lampedusa, non è un caso infatti che nel Mediterraneo stazioni la portaerei Garibaldi dotata di attrezzatura antiaerea. Unica voce dissonante all’interno della compagine governativa quella di Umberto Bossi. Ma chi scambiasse la sua “astensione” per una dichiarata volontà pacifista non avrebbe capito nulla. Umberto non è stato affatto colpito dalla sindrome di Gandhi né si sente il dottor Schweitzer, semplicemente ha paura che migliaia di extracomunitari senza più il filtro-lager di Gheddafi, possano raggiungere Lampedusa e da lì la Padania si bella e perduta. Anzi, dipendesse da lui gli aerei della coalizione dovrebbero essere armati con il napalm ma sembra che l’”antiparassitario” americano della guerra del Vietnam sia stato messo fuorilegge dall’Onu. Ancora una volta nella storia di questa umanità governata dalla finanza di carta, siamo costretti ad assistere ad una guerra. Ancora una volta dobbiamo prendere atto che la diplomazia ha l’unico scopo di assoggettare e non di mediare. Ancora una volta a fare le spese dell’uso delle armi contro le armi sarà una popolazione civile che spesso chiede solo la possibilità di vivere libera, ci risiamo, insomma, con la “guerra unico mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, concetto che per altro va contro l’articolo 11 della nostra Costituzione. Ma a parte la felicità irrefrenabile di La Russa (e di qualche altro guerrafondaio fascista suo complice) che fa parte del dna del violento per vocazione, perfino la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica nazionale ed internazionale sembra aver ormai accettato la guerra come un fatto ordinario e le immagini delle bombe che cadono, uccidono, distruggono e incendiano come la visualizzazione dell'ennesimo reality-show. Non è ancora entrato nella sensibilità comune il concetto che una guerra è sempre una sconfitta, per chi la causa e per chi la combatte e, soprattutto, è una strada senza uscita e un percorso senza ritorno. L’unico aspetto positivo per Silvio è che Odissey Dawn inizia all’alba, proprio quando lui va a dormire e sogna di fare la “nannina”. Gheddafi è lontano, il suo bunker regge, la sua intelligenza può anche continuare a restare spenta, la papi girl di pelouche è stesa al suo fianco, la mentina profuma il suo alito e il biberon è alla giusta temperatura. Dopo una giornata d'inferno, questa è vita.

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