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Il Quaalude

Creato il 09 febbraio 2014 da Paopru

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The Wolf of Wall Street è un film che ha due meriti: una magica interpretazione di Di Caprio, e una saporita discesa negli inferi della tossicodipendenza più attraente, quella che accompagna il successo finanziario e che serve da propulsore per essere un vincente. Se il film inizia con Leo che sniffa coca dal buco del sedere di un prostituta, di certo non mitiga questa tendenza nelle successive tre ore di visione. In pratica è un film sulla droga oltre che sulla spietata finanza, ma che a differenza di un Trainspotting (che riusciva a denunciare col degrado della tossicodipendenza uno stile di vita non proprio sano) ne esalta le proprietà benefiche e stimolanti per “affrontare la giornata e fare a pezzi i tuoi nemici“. A un certo punto, bombardato da messaggi positivi sui benefici delle strisce, cominci a colpevolizzare la tua fin troppa paura di metterti della polvere nel naso come una delle cause del tuo scarso successo nella vita. Insomma guardare Jordan Belfort che si fa come un cavallo e che dal nulla macina milioni di dollari semplicemente vendendo spazzatura finanziaria a degli ignari compratori oscura quell’ aura mitologica che Gordon Gekko ha sempre avuto nel mio cervello. Il Gekko del film Wall Street infondo un’anima ce l’aveva, anche se era attento a darle un giusto prezzo. Di certo non si strafaceva di droghe, ne tantomeno di medicinali, ne tantomeno di Quaalude.

bottle_page1-filteredAl che la domanda sorge spontanea: il Quaalude che Di Caprio nel film ingoia come tic tac esiste davvero? No perchè mi ha fatto venire voglia di prenderlo!! In verità esiste ed è un farmaco con azione psicotropa molto simile ai ben più conosciuti barbiturici. E’ vero anche che è stato sperimentato per la prima volta in India nel 1951 e che venne per lungo tempo impiegato come sedativo dal governo inglese. Difficile accertare però se, come sostiene Di Caprio, resistendo 15 minuti all’impulso di addormentarsi dopo la sua assunzione ci si ritrovi strafatti sul divano. Utilizzarlo era legale per un sacco di tempo e negli anni ’70 era consuetudine sbriciolarne le pastiglie per fumarsele con la marijuana in una pipa. Quaalude è il nome con cui viene riconosciuto in America il Metaqualone, che in Sud Africa è noto invece come Mandrax. Oggi giorno i sudafricani più accaniti ne fanno largo uso, in barba alla decantata scarsa reperibilità citata nel film. Anzi è molto diffuso e il suo prezzo contenuto di circa 2 euro a pillola lo rende una delle droghe più usate tra i ceti sociali meno abbienti, assieme alla marijuana e alle meta anfetamine. In America invece è stato dichiarato illegale 1982 perchè tossico. Quindi aveva ragione Di Caprio: non se ne trova più.

Si ok ma gli effetti? Da delirio. L’effetto madre del Quaalude è un depressione del sistema nervoso, collegata a sonnolenza, euforia, aumento del desiderio sessuale, intorpidimento delle dita di mani e piedi, difficoltà respiratorie, cefalea, fotofobia, difficoltà motorie e del linguaggio. Il sovra dosaggio porta ovviamente alla morte, ma non prima di aver provocato vomito, insufficienza renale, delirio, convulsioni, paralisi cerebrale, arresto cardiaco e coma. Insomma tanta roba per una piccola pastiglietta innocua come una mentina, ma molto più bastarda di una zigulì alla banana. L’assunzione di Quaalude ha inoltre un diverso modo di indurre all’ overdose chi lo assume. Genera infatti una specie di progressiva e rapida tolleranza ai suoi effetti; bisogna aumentare le dosi costantemente per sentirsi fatti. A differenza dell’eroina, il cui aumento nel dosaggio porta all’overdose in modo lento e graduale, il Quaalude può stenderti nel giro di poche settimane, poichè l’aumento delle dosi è quasi sistematico. Se si decide che il Quaalude è una pillola che sta rovinando la nostra quotidianità, ci sono due vie per smettere: ridurre le dosi gradualmente (modalità pericolosa), passare a un sostitutivo come i barbiturici e poi scalare gradualmente (meno pericolo e maggiore facilità di ridurre il dosaggio).

Chiediamoci quindi tutti insieme se Di Caprio è davvero convinto di vincere un premio Oscar con questa interpretazione tutto sesso, droga e soldi. A parer mio è il film sbagliato su cui piazzare dei soldi per una potenziale vincita come miglior attore protagonista, d’altro canto è uno dei film più interessati di Scorsese e per il quale sarebbe doverosa una eterna Standing Ovation. La sfida con film del calibro di Gravity, Her, 12 Anni Schiavo, American Hustle, Captain Philips, Nebraska e Philomena è troppo dura e probabilmente Il Lupo di Wall Street ne uscirà con le ossa rotte anche stavolta.

 

la foto di Di Caprio è tratta dal sito entertainmentwallpaper.com

 


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