Ospita un buco nero di 2 miliardi di masse solari
“Ci sono voluti cinque anni per trovarlo”: nel commentare la scoperta, Bran Venemans, dell’European Southern Observatory (ESO), è compiaciuto. Come dargli torto? L’Osservatorio australe europeo ha appena misurato la distanza di un quasar. Ed è record. Tanto da meritare un articolo uscito due giorni fa su “Nature”.
ULAS J1120+0641 è un quasar alimentato da un buco nero di 2 miliardi di masse solari. Lo vediamo com'era 770 milioni di anni dopo il Big Bang. Ed è l'oggetto più luminoso conosciuto nell'universo primordiale. (Cortesia: ESO/M. Kornmesser)
Continua… (Corriere del Ticino)
Mortlock, D., Warren, S., Venemans, B., Patel, M., Hewett, P., McMahon, R., Simpson, C., Theuns, T., Gonzáles-Solares, E., Adamson, A., Dye, S., Hambly, N., Hirst, P., Irwin, M., Kuiper, E., Lawrence, A., & Röttgering, H. (2011). A luminous quasar at a redshift of z = 7.085 Nature, 474 (7353), 616-619 DOI: 10.1038/nature10159